La strana ossessione per le neurodivergenze sulle app di incontri
Ultimamente capita di trovare uomini che cercano «una donna un po' autistica», ma i riferimenti alla psichiatria in generale abbondano

Milly Evans è un’educatrice sessuale con una diagnosi di autismo e disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Su TikTok quasi 430mila persone seguono i video in cui parla delle difficoltà di condurre una vita sociale e sentimentale appagante come persona neurodivergente. Di recente ne ha pubblicato uno in cui racconta di essersi accorta che «un numero assurdo di uomini sulle app di dating dicono esplicitamente che stanno cercando una ragazza leggermente autistica».
Non è l’unica ad averlo notato: da qualche mese online sono usciti diversi post di ragazze che dicono di essersi imbattute in moltissimi commenti di questo tipo su Hinge, una delle app di appuntamenti più utilizzate tra ventenni e trentenni, soprattutto in città. Molte criticano il fatto che questi profili sembrino romanticizzare e idealizzare la neurodiversità, collegando l’autismo a personalità affascinanti e un po’ strambe, ma non avendo davvero idea di cosa sia e di cosa comporti.
Hinge obbliga chi si iscrive a rispondere a un numero minimo di domande: si può scegliere tra decine di opzioni diverse, e l’idea è di arricchire il proprio profilo con informazioni su di sé. Tra le risposte ricorrenti da anni ci sono anche riferimenti a sindromi e disturbi psichiatrici. «C’è un valore sociale crescente associato al fatto di “non essere come gli altri”, di essere unici, complessi, forse un po’ disastrati ma comunque bellissimi», spiega la giornalista Emma Thewlis. «E così, c’è anche un sacco di gente che tratta le neurodivergenze come se fossero degli accessori, e non delle esperienze di vita vissuta», che possono essere anche molto dolorose e faticose.
Evans, l’educatrice sessuale, racconta di utilizzare le app di dating da quando aveva 18 anni e di essersi accorta, nel tempo, che «ogni paio d’anni gli uomini trovano una nuova condizione psichiatrica da citare nei loro profili». Fino a qualche anno fa, dice, si trovavano molti commenti sul fatto di trovare sexy e attraenti le ragazze con disturbi della personalità – come disturbo bipolare o borderline – oppure con l’ansia o l’autostima bassa. L’anno scorso, molte si sono accorte dei commenti ricorrenti sulle ragazze che prendono il Lexapro o la sertralina, due farmaci antidepressivi. «Ora si stanno spostando verso “cerco una ragazza leggermente autistica”, qualsiasi cosa questo voglia dire», dice Evans.
– Leggi anche: La prima persona a cui venne diagnosticato l’autismo
L’autismo – anche chiamato disturbo dello spettro autistico – è una condizione del neurosviluppo che comporta differenze nel modo in cui una persona percepisce il mondo, elabora le informazioni, comunica e interagisce socialmente. Gli esperti ne parlano come di uno spettro perché si può manifestare in modi molto diversi da persona a persona: alcune persone autistiche, per esempio, potrebbero essere capaci di formulare soltanto frasi molto brevi, anche da adulte, e aver bisogno di assistenza costante. Altre potrebbero poter parlare fluentemente e senza problemi, ma faticare con il contatto visivo o nell’interpretazione del tono e del linguaggio corporeo altrui.
Negli ultimi trent’anni il numero di diagnosi – soprattutto tra le donne e tra gli adulti – è molto aumentato, man mano che si è allargata la comprensione dei vari modi in cui il disturbo si manifesta. Questo vuol dire anche che le persone autistiche “ad alto funzionamento”, ovvero che non presentano disabilità intellettiva e possono anzi avere un’intelligenza superiore alla norma, ma che mostrano comunque difficoltà nella comunicazione e nelle interazioni sociali, hanno cominciato a essere riconosciute come tali e quindi diagnosticate. Per esempio, ci sono varie celebrità di grande successo che hanno detto di avere una diagnosi di autismo, tra cui le cantanti Sia e Courtney Love e l’attore Anthony Hopkins.
Da una parte, questo significa che moltissime persone che si sono sempre sentite diverse e “strane” oggi possono trovare più facilmente risorse e comunità per interpretare la propria esperienza di vita. Al contempo, però, molte persone neurotipiche hanno cominciato ad associare alla parola “autismo” soltanto l’immagine di persone molto intelligenti e originali, ignorando tutto il resto e contribuendo a dare alla parola “autismo” un significato molto lontano da quello originale.
Sulle app di dating è possibile che le persone neurodivergenti aprano profili in cui parlano apertamente della propria diagnosi in modo da trovare qualcuno che capisca e condivida le loro difficoltà. In larga parte, però, i commenti e le battute di chi dice di cercare una ragazza autistica – o che dice di esserlo lui stesso, «un po’ neurodivergente» – non hanno nulla a che fare con la loro condizione. Il risultato, quindi, può essere che persone neurodivergenti pensino di aver trovato persone che conoscano la loro condizione e che possano capirle, e invece si trovano ad avere a che fare con convinzioni e idee completamente sbagliate.
– Ascolta anche: Autismo: siamo noi che non capiamo
Una parte del problema è il modo in cui le persone autistiche vengono rappresentate nei prodotti culturali mainstream, ovvero come individui strambi che fanno un po’ fatica a interfacciarsi con il prossimo, ma che hanno abilità straordinarie in determinati campi, come la matematica o la musica. Sui social network, poi, è ormai possibile seguire tantissime persone neurodivergenti che parlano della propria esperienza e che risultano molto affascinanti.
«È significativo che la stragrande maggioranza di questi profili dichiari di cercare una ragazza che sia solo “leggermente autistica”», ha scritto Angel Martinez su Dazed. «Questo implica che sarebbero felici di uscire con una donna con tratti autistici più “accettabili” (con una vasta gamma di passioni e interessi, per esempio), ma che non accetterebbero una partner con caratteristiche socialmente meno “accettabili” (ad esempio, qualcuno che mostra comportamenti ripetitivi evidenti)».
Una ragazza autistica di 27 anni intervistata da Martinez, Carina, dice che nella sua esperienza di dating «un uomo che dice che le ragazze autistiche sono il suo tipo probabilmente non è preparato ad affrontare le crisi emotive e le incomprensioni» che spesso emergono nelle relazioni delle persone neurodivergenti. «Probabilmente vuole solo stare con una ragazza piena di interessi che indossa abiti colorati», ma senza particolari bisogni, ambizioni o personalità proprie. Personaggi che esistono nei film, come Sam di Garden State o Ramona Flowers in Scott Pilgrim.



