Un ex poliziotto che aveva indagato sull’omicidio di Piersanti Mattarella è stato messo agli arresti domiciliari per depistaggio

La procura di Palermo ha chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari per l’ex funzionario di polizia Filippo Piritore, accusato di depistaggio nelle indagini sull’omicidio di Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia e fratello dell’attuale presidente della Repubblica, che nel 1980 fu ucciso a colpi di pistola mentre era in macchina davanti a casa sua. Il suo omicidio è stato finora considerato una delle grandi questioni irrisolte della storia italiana perché non sono mai stati individuati gli esecutori materiali: il processo però stabilì che chiunque fosse stato aveva agito su ordine della mafia, e per questo furono condannati in via definitiva diversi boss mafiosi.
Piritore oggi è in pensione ma allora fu uno dei poliziotti che si occuparono dell’indagine; nella sua carriera è stato poi anche questore e prefetto in diverse città italiane. I suoi arresti domiciliari rientrano in un’inchiesta in corso dal 2017, con cui la procura di Palermo punta a dimostrare che allora l’indagine fu «inquinata e compromessa» proprio da persone appartenenti alle istituzioni, con l’obiettivo di allontanare gli inquirenti dall’identificazione degli assassini. Secondo la procura, Piritore avrebbe mentito a proposito di una prova che sparì durante le indagini: un guanto di pelle che fu ritrovato nella macchina usata dagli assassini nell’attacco a Mattarella, una delle poche prove a disposizione e per questo ritenuta centrale.
Nella sua testimonianza del 2024 Piritore spiegò che fu lui a prendere in carico la prova dalla macchina, e descrisse poi i diversi passaggi del guanto in quei giorni. Senza entrare nei dettagli, secondo la procura il racconto che ha fatto è implausibile: sia perché Piritore sostiene che in quei giorni il guanto passò di ufficio in ufficio seguendo un iter insensato e diverso dalle procedure consuete; sia perché è stato anche smentito dalle persone che secondo lo stesso Piritore avrebbero ricevuto la prova, che invece sostengono di non averla mai vista. In più, di tutti questi passaggi descritti da Piritore non c’è traccia negli atti dell’indagine del 1980.


