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  • Venerdì 17 ottobre 2025

Una bomba ha distrutto due auto del giornalista Sigfrido Ranucci

Erano parcheggiate davanti a casa sua: il governo gli ha rafforzato la scorta

I carabinieri davanti alla casa di Sigfrido Ranucci a Campo Ascolano, frazione di Pomezia (Roma), 17 ottobre 2025 (ANSA/EMANUELE VALERI)
I carabinieri davanti alla casa di Sigfrido Ranucci a Campo Ascolano, frazione di Pomezia (Roma), 17 ottobre 2025 (ANSA/EMANUELE VALERI)
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Giovedì sera una bomba rudimentale che secondo le prime informazioni disponibili conteneva circa un chilo di esplosivo ha fatto esplodere l’automobile del giornalista Sigfrido Ranucci, conduttore della nota trasmissione di Rai 3 Report, e quella usata abitualmente da sua figlia. Le due auto erano parcheggiate una accanto all’altra davanti all’abitazione di Ranucci a Campo Ascolano, una frazione del comune di Pomezia, vicino a Roma. Non si sa per ora chi sia il responsabile. Sulla vicenda indaga la Direzione distrettuale antimafia della procura di Roma: l’accusa è danneggiamento aggravato da metodo mafioso.

Né Ranucci né la figlia, che era tornata a casa poco prima dell’esplosione, sono stati feriti. Da stamattina, oltre a molte testate giornalistiche, politici di ogni schieramento stanno manifestando la propria solidarietà al giornalista. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato di un «grave atto intimidatorio», e il capo dello Stato Sergio Mattarella ha espresso una «severa condanna» dell’accaduto. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha fatto sapere di avere rafforzato la scorta di Ranucci (è sotto scorta dal 2021).

Secondo quanto ricostruito finora, l’esplosione è avvenuta intorno alle 22. Alcuni vicini di casa del giornalista hanno detto ai giornali di aver sentito un boato molto forte. Dalle prime informazioni emerse dalle verifiche dei carabinieri, l’ordigno sarebbe stato posizionato tra due vasi vicino alle auto di Ranucci, e non sotto come inizialmente ipotizzato, probabilmente con la miccia già accesa. L’esplosione ha danneggiato anche il cancello d’ingresso della casa. Ranucci aveva parcheggiato la sua auto a metà giornata di giovedì, mentre la figlia era rientrata intorno alle 21:40. Al Corriere della Sera il giornalista ha detto che «potevano ammazzarla».

Ranucci ha definito l’attacco un «salto di qualità preoccupante» rispetto a minacce e intimidazioni subite in passato: l’ultima era stata un anno fa, quando aveva trovato dei proiettili fuori di casa. Report, che è un programma di inchieste giornalistiche, riprenderà domenica 26 ottobre e Ranucci aveva da poco annunciato i temi della prossima stagione: secondo lui i due fatti potrebbero essere collegati.

(ANSA/EMANUELE VALERI)

Il procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, ha detto a Domani che si tratta di un «atto gravissimo» e che spera si tratti di un episodio isolato. Nel pomeriggio Ranucci è stato sentito per circa due ore da Lo Voi e da Carlo Villani, sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia. «Abbiamo delineato con i magistrati un contesto. Ci sono quattro-cinque tracce importanti che però per coincidenza alla fine riconducono sempre agli stessi ambiti. Sono cose molto complesse da provare», ha detto Ranucci al termine dell’incontro.
Anche la Commissione parlamentare antimafia ha già detto che vorrà sentire Ranucci.

Ranucci ha 64 anni e conduce Report dal 2017, dopo esserne stato a lungo tra i principali autori. Nel corso della sua carriera si è occupato molto di crimine organizzato. La scorta gli venne data quattro anni fa quando venne intercettato un piano di un boss della ’ndrangheta per ucciderlo.