Il centrosinistra ha vinto le elezioni regionali in Toscana

Il presidente Eugenio Giani ha ottenuto quasi il 54 cento, contro il 41 di Alessandro Tomasi di Fratelli d'Italia

La segreteria del PD Elly Schlein e il presidente della Toscana Eugenio Giani in conferenza stampa a Firenze, 13 ottobre 2025 (ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI)
La segreteria del PD Elly Schlein e il presidente della Toscana Eugenio Giani in conferenza stampa a Firenze, 13 ottobre 2025 (ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI)

Il presidente della Toscana Eugenio Giani, del Partito Democratico, è stato rieletto: ha ottenuto il 53,9 per cento dei voti, contro il 40,9 per cento di Alessandro Tomasi di Fratelli d’Italia. Antonella Bundu, candidata sostenuta da una lista di sinistra chiamata Toscana Rossa, ha ottenuto il 5,2 per cento: la sua lista però non ha superato la soglia di sbarramento del 5 per cento e quindi resterà fuori dal consiglio regionale (era permesso il voto disgiunto, quindi votare per un o una candidata e per una lista diversa).

Giani ha parlato in conferenza stampa a Firenze, verso le 17, e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è congratulata con lui per la vittoria.

L’affluenza a questo giro è stata più bassa rispetto al 2020, quando però si votava anche per il referendum sul taglio del numero dei parlamentari. Nel 2020 era stata del 62,2 per cento, quest’anno è stata del 47,7 per cento (nel 2015 era stata del 48). La Toscana è la quarta regione al voto in questo autunno dopo le Marche, la Calabria e la Valle d’Aosta. Nelle prime due ha vinto il centrodestra, nella terza (dove i cittadini votano il consiglio regionale e non il presidente) ha vinto il partito autonomista Union Valdôtaine. Dopo la Toscana voteranno anche la Puglia, il Veneto e la Campania, tutte insieme il 23 e il 24 novembre.

Giani era dato ampiamente favorito prima delle elezioni. Era sostenuto da una larga coalizione che comprende PD, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Italia Viva. Tomasi invece è sindaco di Pistoia, e oltre che dal suo partito era sostenuto da Lega, Forza Italia e Noi Moderati.

Dal 1995, cioè da quando si vota direttamente per i presidenti di regione, la Toscana è sempre stata governata dal centrosinistra. E prima ancora era stata una regione dove il Partito comunista italiano è sempre stato forte e radicato. Per questo, più che l’esito in sé, per capire come siano andate queste elezioni bisognerà guardare i dati consolidati: quanta distanza ci sarà effettivamente tra i due candidati principali e quale sarà stato il contributo del M5S (nel 2020 PD e Movimento andarono divisi).

Nella destra un dato interessante sarà quello della Lega: per comporre le liste e fare campagna elettorale, il leader Salvini aveva assegnato un ruolo rilevantissimo a Roberto Vannacci, europarlamentare e vicesegretario federale con idee omofobe, sessiste e razziste (Vannacci è nato a La Spezia, ma vive a Viareggio). La decisione aveva suscitato malumori e varie dimissioni di esponenti leghisti locali. I dati parziali dicono che questo trambusto, e forse anche il ruolo così centrale di Vannacci, non hanno pagato: la lista della Lega è intorno al 4 per cento, contro il 21 per cento che prese nel 2020.

Giani ha sessantasei anni, è nato a Empoli ma è cresciuto tra Firenze e dintorni. Prima di fare il presidente della Toscana negli ultimi cinque anni, iniziò a fare politica da giovane nel Partito Socialista di Bettino Craxi, poi aderì al PD quando venne fondato. Oggi è espressione della corrente più moderata del partito, motivo per cui c’era stata un po’ di discussione in merito alla sua ricandidatura in Toscana, con alcuni esponenti di correnti più di sinistra che speravano di poterlo sostituire.