Fare gelati a forma di taco non è affatto facile
L'ha raccontato una catena di gelaterie in Oregon, che ci provò quando negli Stati Uniti smisero di produrre il Choco Taco

Nell’estate del 2022 Klondike, uno dei marchi della multinazionale britannica Unilever, interruppe la sua produzione del Choco Taco, il famoso gelato che in Italia viene prodotto da Algida e si chiama Winner Taco: con un guscio di wafer piegato in modo da somigliare a un taco, gelato alla vaniglia e una copertura di cioccolato e arachidi.
Negli Stati Uniti la notizia fu accolta con grande sconforto: il Choco Taco era uno di quegli snack “storici”, amato e molto richiesto, che la generazione dei millennial associava ai ricordi dell’infanzia e ai camioncini dei gelati. Anche in Italia il Winner Taco ha lo stesso seguito di appassionati, tanto che quando anni fa Algida smise di produrlo nacquero una pagina Facebook, un hashtag e una campagna di nostalgici che lo rivolevano indietro e che riuscirono a fare in modo che venisse rimesso in produzione, nel 2014.
Per approfittare della domanda di gelati a forma di taco lasciata dall’interruzione della produzione di Choco Taco, due settimane fa Salt & Straw, una catena di gelaterie di Portland, in Oregon, ha annunciato che avrebbe cominciato a produrli a livello industriale e venderli ovunque negli Stati Uniti, grazie a una collaborazione con Taco Bell, la famosa catena di fast food a ispirazione messicana.
Già in passato Salt & Straw aveva fatto una sua rivisitazione del gelato a forma di taco – che aveva chiamato Tacolate, giocando con le parole “taco” e “chocolate”. Le vendite erano ottime, ma producendolo artigianalmente non riusciva a soddisfare tutta la richiesta. Le varie gelaterie non riuscivano a confezionare più di 50 tacos al giorno – e li finivano tutti sempre prima della fine della pausa pranzo. Quando Klondike nel 2022 smise di produrli Salt & Straw fece solo Tacolate per una settimana, ma anche quella volta non riuscì a rispondere alla richiesta.
Portare la produzione di questi gelati su ampia scala non è infatti per niente facile. Uno dei fondatori della gelateria ed esperto gelatiere Tyler Malek ha raccontato al New York Times che di fatto non esisteva negli Stati Uniti un macchinario in grado di produrre quello snack nel modo in cui avrebbe voluto l’azienda, e che quindi si è dovuto ingegnare.
Nel 2022 Malek ha cominciato a contattare tantissimi proprietari di aziende di attrezzature per produrre gelati, anche in Europa. Il problema principale era la cialda del wafer: infatti l’idea di Salt & Straw era che avrebbe dovuto essere meglio di quella originale, cioè più croccante e meno molliccia. Un’innovazione è stata quindi ricoprire con il cioccolato liquido il gelato, anziché la cialda, per contenere l’umidità del gelato stesso e assicurarsi che la cialda rimanesse croccante. La produzione prevede che il taco venga immerso nel cioccolato liquido con un braccio automatizzato e successivamente venga aggiunta della granella di quinoa soffiata.
Nel racconto al New York Times Salt & Straw non ha rivelato altri dettagli su come funziona questo macchinario personalizzato, ma ha detto che è costato più di 2 milioni di dollari. È stato installato a Portland, e produce decine di migliaia di Tacolate al giorno.
La collaborazione con Taco Bell era stata annunciata all’inizio del 2024, dopo che Salt & Straw aveva partecipato, insieme ad altre aziende, a un evento pubblicitario della multinazionale per sponsorizzare nuovi prodotti a Las Vegas. Molto spesso infatti Taco Bell stringe accordi con altre aziende per edizioni straordinarie e menù limitati: nella scatola in cui viene venduto il Tacolate, per esempio, sono anche servite due salse firmate da Taco Bell – una al mango e jalapeño e una alla cannella e ai frutti di bosco.
Il Tacolate è in vendita dallo scorso 3 ottobre e costa circa 7 dollari e 50. È venduto solo sul sito di Salt & Straw, dove è andato subito sold out, e nelle sue gelaterie, che sono una cinquantina in tutti gli Stati Uniti. Non lo si troverà invece negli oltre 8mila Taco Bell presenti negli Stati Uniti: questo ha deluso molti frequentatori del fast food, soprattutto persone sui trent’anni molto nostalgiche del Choco Taco.



