L’ente che organizza l’Eurovision Song Contest ha annullato il voto previsto per decidere se escludere o meno Israele

L’Unione europea di radiodiffusione (European Broadcasting Union, EBU), l’ente che riunisce le tv pubbliche di decine di paesi europei e non, ha annullato il voto previsto per novembre per decidere se escludere o meno Israele dalla prossima edizione dell’Eurovision Song Contest, la competizione musicale europea più seguita e nota in tutto il mondo. L’EBU ha fatto sapere che, in vista dei recenti sviluppi in Medio Oriente, l’appuntamento virtuale per il voto è stato cancellato, e che la questione verrà invece discussa durante un incontro di persona fra i rappresentanti dei vari paesi previsto a dicembre.
L’EBU si riferisce al recente accordo tra Hamas e Israele, che lunedì ha portato alla liberazione di tutti gli ostaggi israeliani, e a quella di circa duemila palestinesi che erano imprigionati nelle carceri di Israele. L’EBU, che organizza l’Eurovision da 70 anni, aveva indetto il voto della sua assemblea generale a causa delle minacce di boicottaggio ricevute da parte delle emittenti pubbliche di paesi come Spagna, Irlanda e Paesi Bassi, come forma di protesta per gli abusi commessi da Israele contro la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza. Al momento non è chiaro se dopo la riunione di persona a dicembre ci sarà comunque una votazione.
Nonostante l’EBU sia sempre stata piuttosto restia a prendere decisioni politiche e abbia sostenuto più volte che la competizione non abbia una natura politica, in passato è capitato che avesse escluso dal festival certi paesi, come la Russia, a causa dell’invasione dell’Ucraina. L’EBU ha detto che l’emittente pubblica russa è stata esclusa per aver violato ripetutamente i principi alla base dell’organizzazione, cosa che invece non avrebbe fatto l’emittente pubblica israeliana, Kan.


