Le criticate parole della ministra Roccella sui viaggi d’istruzione ad Auschwitz

Ha detto che le «gite» sarebbero servite a dire che l'antisemitismo è solo una questione fascista

(ANSA/FABIO FRUSTACI)
(ANSA/FABIO FRUSTACI)

Domenica la ministra della Famiglia Eugenia Roccella, di Fratelli d’Italia, ha parlato del problema dell’antisemitismo in Italia, con dichiarazioni che stanno facendo molto discutere e che sono state criticate da vari politici, tra cui la senatrice a vita Liliana Segre. Durante un evento organizzato dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei) a Roma, ha detto che in Italia «non abbiamo fatto i conti fino in fondo con l’antisemitismo», e ha preso come esempio i viaggi d’istruzione organizzati dalle scuole al campo di concentramento di Auschwitz (da lei definiti «gite»). Secondo Roccella, questi viaggi sarebbero serviti solo ad allontanare nel passato la questione dell’antisemitismo, e dire che è un problema legato solamente al fascismo.

«Non abbiamo fatto i conti fino in fondo con l’antisemitismo. […] Tutte le gite scolastiche ad Auschwitz, cosa sono state? Sono state davvero gite? A che cosa sono servite? Sono state incoraggiate e valorizzate perché servivano esattamente all’inverso. Servivano a dirci che l’antisemitismo era qualcosa che riguardava un tempo ormai collocato nella storia, collocato ormai in un passato storico, e collocato in una precisa area: il fascismo. Le gite ad Auschwitz secondo me sono state un modo per ribadire che l’antisemitismo era una questione fascista e basta».

Nel suo discorso Roccella ha sostenuto che la società italiana contemporanea non sappia affrontare il problema del proprio antisemitismo senza relegarlo in un’epoca passata, come dimostrerebbe secondo lei anche la poca solidarietà a Israele che sostiene ci sia stata dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023. «Credo sia mancato dall’inizio qualcosa. Credo ci fosse un antisemitismo strisciante con cui l’Italia non ha mai fatto i conti fino in fondo, e che aveva già cominciato ad agire», ha aggiunto.

Le parole di Roccella sono state criticate da diversi esponenti dell’opposizione, tra cui la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein che ha chiesto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni di prendere le distanze dalla ministra «perché a tutto c’è un limite, nonostante questo governo dimostri come sia possibile superarlo anche insultando i viaggi della memoria ad Auschwitz e provando a riscrivere la storia». Ha commentato molto duramente l’intervento di Roccella anche la senatrice a vita Liliana Segre, che nel 1944 fu deportata al campo di concentramento di Auschwitz in quanto ebrea, e che lì rimase per circa un anno prima di essere liberata.

«Stento a credere che una ministra della Repubblica, dopo avere definito “gite” i viaggi di istruzione ad Auschwitz, possa avere detto che sono stati incoraggiati per incentivare l’antifascismo. Quale sarebbe la colpa? Durante la Seconda guerra mondiale, in tutta l’Europa occupata dalle potenze dell’Asse, i nazisti, con la collaborazione zelante dei fascisti locali – compresi quelli italiani della RSI – realizzarono una colossale industria della morte per cancellare dalla faccia della terra ebrei, rom e sinti e altre minoranze. La formazione dei nostri figli e nipoti deve partire dalla conoscenza della storia. La memoria della verità storica fa male solo a chi conserva scheletri negli armadi».