Dal 12 ottobre c’è un nuovo sistema di controlli per i cittadini extra-europei che entrano nell’area Schengen

Dal 12 ottobre entrerà in vigore un nuovo sistema digitale per registrare i dati dei cittadini di paesi che non fanno parte dell’Unione europea e che entrano per brevi soggiorni all’interno dell’area Schengen, la zona di libera circolazione di merci e persone che coinvolge quasi tutti i paesi dell’Unione europea più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Questo nuovo sistema, chiamato con la sigla EES (entry/exit system), sostituirà con i controlli biometrici, come la scansione del volto e delle impronte digitali, i timbri che finora erano stati messi sui passaporti a chi entrava tramite aeroporti e confini via terra. L’introduzione dell’EES nei paesi europei sarà graduale: dovrà essere completata entro aprile del 2026.
L’EES sarà usato per chi vorrà soggiornare all’interno dell’area Schengen fino a 90 giorni, entro un periodo di 180 giorni. Chi è già stato in uno dei paesi dell’area dovrà presentare il proprio documento, e il funzionario (o un sistema di riconoscimento automatizzato, se disponibile) dovrà solo verificare le impronte digitali e la fotografia. Chi entra per la prima volta in area Schengen dovrà invece fornire tutte le informazioni, comprese le impronte digitali e la scansione del volto, che saranno poi registrate nell’ESS e usate per i riconoscimenti biometrici nel caso di eventuali ingressi futuri. L’EES conserverà i dati personali elencati sul passaporto, i luoghi e le date di entrata e uscita dai paesi dell’area Schengen, e i dati biometrici. Il Consiglio dell’Unione europea ha motivato l’introduzione dell’EES dicendo che servirà a migliorare l’efficienza dei controlli di frontiera e a prevenire l’immigrazione irregolare.


