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  • Martedì 7 ottobre 2025

Su chi si scommette per il Nobel per la Letteratura

Tra i favoriti ci sono uno schivo scrittore australiano e un'autrice sperimentale cinese; e poi anche qualcuno di più conosciuto

Lo scrittore australiano Gerald Murnane nel 2016 (fermo-immagine da un'intervista del canale YouTube 
Giramondo Publishing)
Lo scrittore australiano Gerald Murnane nel 2016 (fermo-immagine da un'intervista del canale YouTube Giramondo Publishing)
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Giovedì 9 ottobre sarà assegnato il Premio Nobel per la Letteratura, il riconoscimento letterario più famoso al mondo e quello che catalizza la maggior parte delle attenzioni, anche per via della sua nota imprevedibilità. Ogni anno forum letterari, società di scommesse e addetti ai lavori provano a pronosticare il vincitore o la vincitrice: a volte ci prendono, ma più spesso no. Per esempio l’anno scorso la scrittrice sudcoreana Han Kang, che ha vinto, nei pronostici non era nemmeno stata menzionata. Nel 2023 invece il norvegese Jon Fosse era considerato il favorito.

I pronostici si basano su vari parametri e su un generale principio di varietà tra un anno e l’altro: vale per la provenienza geografica, per il genere letterario (se un anno viene premiato un poeta, raramente lo sarà anche quello dopo) e per la carriera. Un altro fattore da considerare è la tendenza ad alternare uomini e donne tra i premiati. Sebbene non sia una regola ufficiale, dal 2017 a oggi questa consuetudine è stata sempre rispettata; visto che l’anno scorso il Nobel è stato vinto da Han, è quindi probabile che quest’anno la scelta ricada su uno scrittore.

Secondo il sito di scommesse britannico Nicer Odds questo scrittore sarà l’australiano Gerald Murnane, considerato tra i papabili vincitori già da qualche anno. Ha 86 anni, e nel 2018 il New York Times Magazine lo definì in un lungo ritratto «il più grande scrittore di lingua inglese di cui quasi nessuno ha mai sentito parlare». Il motivo è la sua vita notoriamente appartata e il fatto che non ama molto viaggiare fuori dall’Australia. In un certo senso, Murnane è “uno scrittore da scrittori”: i suoi romanzi non hanno mai raggiunto il grande pubblico, ma hanno influenzato autori come J. M. Coetzee, Ben Lerner, Joshua Cohen e Teju Cole.

Il suo libro più noto è The Plains, pubblicato nel 1982 e tradotto in Italia con il titolo Le pianure dalla casa editrice Safarà, che di lui ha pubblicato altri tre libri (come avevamo raccontato qui). Nel 2024 La nave di Teseo aveva pubblicato una sua raccolta di racconti, la prima mai uscita in Italia: Corpi idrici. Se dovesse vincere, sarebbe il secondo scrittore australiano a ricevere il Nobel per la Letteratura dopo Patrick White, nel 1973.

Secondo Ladbrokes, un’altra società di scommesse britannica, la favorita è invece la scrittrice sperimentale cinese Can Xue, una scelta che non rispetterebbe molto i criteri di varietà che dicevamo, visto che già l’anno scorso aveva vinto una donna asiatica. Il nome (che si pronuncia più o meno “Tsan Sciue”) è lo pseudonimo di Deng Xiaohua. Cominciò a scrivere a metà degli anni Ottanta scegliendo uno pseudonimo che non aveva connotazioni di genere, e per questo venne inizialmente scambiata per un uomo. In Italia le sue opere sono pubblicate dalla casa editrice Utopia: Dialoghi in cielo, una raccolta di tredici racconti che ricordano i temi paranoici dei romanzi di Franz Kafka e il flusso di coscienza di Virginia Woolf, e il romanzo La strada di fango giallo.

Can Xue (Simone Padovani/Getty Images)

Le società di scommesse menzionano anche László Krasznahorkai, uno dei più importanti autori ungheresi viventi. Ha 71 anni, e nel 2015 vinse l’importante premio Man Booker International. Si parla di lui come di un possibile vincitore del Nobel già da una decina d’anni, e vari suoi libri sono stati pubblicati in italiano da Bompiani. I più noti sono Satantango (1985), che parla di un inaspettato ritorno in una fattoria collettiva alla fine del comunismo, e Melancolia della resistenza (1989), in cui c’è un circo che porta nella campagna ungherese una balena imbalsamata. Da entrambi sono anche stati tratti dei film dal regista Béla Tarr.

László Krasznahorkai (Franco Origlia/Getty Images)

Un altro scrittore europeo annoverato tra i possibili vincitori è il rumeno Mircea Cărtărescu. È di gran lunga l’autore più noto e affermato del suo paese, viene associato al filone del “postmodernismo” e ha 69 anni. Ha vinto molti premi letterari europei e vari suoi romanzi sono stati pubblicati in italiano. La casa editrice Voland ne ha tradotto la maggior parte, tra cui la sconfinata trilogia Abbacinante, scritta in 14 anni e con una trama piuttosto intricata e migliaia di personaggi (solo il primo volume, L’ala sinistra, è lungo quasi 500 pagine).

Mircea Cărtărescu (Leonardo Cendamo/Getty Images)

Vengono attribuite buone possibilità anche al giapponese Haruki Murakami, annoverato tra i favoriti già da un po’ di anni. I suoi libri sono tradotti in cinquanta lingue e hanno venduto milioni di copie, come nessun altro scrittore contemporaneo giapponese. In Italia, dove hanno un grande successo, sono pubblicati da Einaudi: tra i più famosi ci sono Norwegian Wood, 1Q84, L’uccello che girava le Viti del Mondo e Kafka sulla spiaggia. Le somiglianze stilistiche con certi autori americani (Raymond Carver su tutti) sono una delle cose che lo differenziano da altri scrittori giapponesi noti a livello internazionale, così come la tendenza ad alternare elementi fantastici e realistici nelle sue storie.

Haruki Murakami (Ole Jensen/Getty images)

Oltre a Can Xue, l’altra scrittrice citata dai siti di scommesse è la messicana Cristina Rivera Garza. Ha 61 anni, e nel 2024 ha vinto il premio Pulitzer per il miglior memoir con L’invincibile estate di Liliana. Il romanzo, pubblicato in Italia da Edizioni SUR, racconta la storia del femminicidio di sua sorella Liliana, avvenuto nel 1990 e probabilmente commesso dall’ex fidanzato della ragazza.

Cristina Rivera Garza (Leonardo Alvarez Hernandez/Getty Images)

Circola anche il nome dello scrittore indiano Amitav Ghosh, apprezzato soprattutto per la sua capacità di integrare i cambiamenti climatici nella narrativa (il Post lo aveva intervistato a luglio, in una puntata di Globo). Il suo romanzo Il paese delle maree (2004) è ambientato nella regione delle Sundarban, un arcipelago nel Bengala Occidentale che si estende per più di 300 chilometri e in cui le correnti alterano di continuo la fisionomia delle isole, sommerse ogni giorno dalle maree che inghiottono le foreste di mangrovie per lasciarle riemergere parecchie ore dopo. Dagli stessi luoghi partono anche le vicende di L’isola dei fucili, romanzo del 2019 incentrato sui cosiddetti migranti climatici, cioè le persone costrette a lasciare la propria casa e la propria terra di origine per circostanze ambientali. In Italia i libri di Ghosh sono pubblicati da Einaudi.

Amitav Ghosh nel 2006 (Ulf Andersen/Getty Images)

Tra gli altri favoriti ci sono infine alcuni autori molto popolari che vengono indicati come possibili vincitori da anni: la canadese Margaret Atwood, lo statunitense Thomas Pynchon, il francese Michel Houellebecq e l’indiano Salman Rushdie.

– Leggi anche: Com’è che Haruki Murakami è diventato uno degli scrittori più importanti del mondo