In Calabria si vota per la terza volta in cinque anni
C'è un presidente uscente che si è dimesso per un'indagine e subito ricandidato, ed è ancora favorito

Domenica 5 ottobre è stato il primo giorno di voto per le elezioni regionali in Calabria. Alle 23 l’affluenza è stata del 29,10 per cento, un dato di poco inferiore al 2021 (30,9 per cento). I seggi saranno aperti anche lunedì 6 ottobre dalle 7 alle 15.
È un periodo movimentato per la politica regionale calabrese: lo scorso agosto il presidente uscente Roberto Occhiuto, eletto nel 2021 con Forza Italia dopo la morte della sua predecessora Jole Santelli, è stato indagato per corruzione e si è dimesso. Si è però subito ricandidato per le nuove elezioni, dicendo che sarebbero stati i calabresi a decidere se il suo lavoro dovesse continuare. È sostenuto dalla coalizione di destra al governo (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati).
Il principale sfidante di Occhiuto è il candidato del centrosinistra Pasquale Tridico, europarlamentare del Movimento 5 Stelle ed ex presidente dell’Inps (l’istituto nazionale di previdenza sociale). È sostenuto da un’ampia coalizione con dentro M5S, Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra e Italia Viva: la stessa che ha sostenuto Matteo Ricci alle regionali nelle Marche. Tra i partiti di opposizione non lo sostiene Azione di Carlo Calenda, sempre contrario ad alleanze col Movimento 5 Stelle. C’è anche un terzo candidato, Francesco Toscano per Democrazia Sovrana Popolare, partito nato dall’aggregazione di forze politiche di sinistra.
Occhiuto è considerato ampiamente favorito, anche se il suo vantaggio nei sondaggi è un po’ diminuito col passare dei mesi. A fine agosto un primo sondaggio sulle intenzioni di voto lo aveva dato al 60 per cento, contro il 37 di Tridico e il 3 di Toscano. I sondaggi più recenti invece danno Occhiuto tra il 53 e il 54 per cento, e Tridico tra il 42 e il 46 (solo un sondaggio dell’istituto Swg attribuisce a Occhiuto un vantaggio ben più alto). Risalgono a due settimane fa, cioè l’ultimo momento in cui per legge si possono pubblicare sondaggi prima di un’elezione. Come in molte altre regioni, anche in Calabria vince il candidato che ottiene più voti, senza possibilità di ballottaggio.
Una vittoria di Occhiuto interromperebbe la tendenza della Calabria a cambiare orientamento politico a ogni tornata elettorale. Negli ultimi 25 anni nessuna coalizione ha vinto due elezioni consecutive: centrodestra e centrosinistra si sono sempre alternati. Ha fatto eccezione solo il passaggio da Santelli a Occhiuto, entrambi candidati con Forza Italia, che però avvenne in condizioni particolari e con solo un anno e mezzo di distanza tra le due elezioni.
Quando Occhiuto diventò presidente di regione la Calabria veniva da anni complicati. Nell’ottobre 2020 la presidente di regione Jole Santelli, da tempo malata, morì a causa di un tumore. Era stata eletta a febbraio. La pandemia impedì di convocare nuove elezioni per tutto l’anno successivo, nel quale Santelli fu sostituita dal suo vice, Antonino Spirlì.

Occhiuto insieme a Meloni durante un comizio a Lamezia Terme, 30 settembre 2025 (ANSA/ ufficio stampa Palazzo Chigi – Filippo Attili)
Occhiuto venne eletto nell’ottobre del 2021 con la coalizione di destra ed è rimasto in carica quasi quattro anni. Il suo mandato sarebbe dovuto finire nell’autunno del 2026, ma si è interrotto nell’agosto del 2025, quando con un video disse di essere indagato per corruzione dalla procura di Catanzaro. In questi mesi non sono uscite abbastanza informazioni per capire di cosa concretamente sia accusato Occhiuto, ma al centro delle indagini ci sono i rapporti tra lui e due manager. Nello stesso video Occhiuto annunciò le sue dimissioni, e disse subito che si sarebbe ricandidato alle nuove elezioni.
Secondo molti, e secondo il candidato avversario Tridico, la decisione di dimettersi e ricandidarsi è stata un’abile scelta politica. La notizia dell’inchiesta, infatti, ancora nelle fasi preliminari, non sembra aver fatto perdere consensi a Occhiuto, per cui era più conveniente affrontare subito una campagna elettorale piuttosto che nel 2026, quando il suo mandato sarebbe scaduto naturalmente. I sondaggi sembrano confermarlo. Il suo obiettivo è essere rieletto sfruttando il consenso rimasto, così da affrontare la vicenda giudiziaria con una maggiore legittimazione popolare.
Occhiuto d’altra parte è un politico esperto e negli ultimi anni è diventato uno dei maggiori esponenti di Forza Italia a livello nazionale, probabilmente il più importante al Sud. Ha 56 anni, si formò politicamente nella Democrazia Cristiana ed è stato a lungo in partiti di centro, prima di passare definitivamente a Forza Italia nel 2013 (c’era già stato tra il 2000 e il 2002). È stato a lungo deputato e per un breve periodo capogruppo del partito alla Camera, e a febbraio del 2024 divenne uno dei vicesegretari. È noto che abbia ambizioni anche maggiori, in Forza Italia: è considerato uno dei possibili contendenti della leadership di Antonio Tajani nel partito, di qui ai prossimi anni.
Il candidato del centrosinistra Pasquale Tridico, 50 anni, ha invece un’esperienza politica molto più recente: ha iniziato con la candidatura al parlamento europeo per il M5S nel 2024, ottenendo 119mila preferenze. Tridico però era diventato piuttosto noto tra il 2019 e il 2023 come presidente dell’Inps, soprattutto perché gestì l’introduzione del reddito di cittadinanza, il sussidio per le persone in difficoltà economica introdotto nel 2019 dal governo di Giuseppe Conte e abolito nel 2024 dal governo di Giorgia Meloni. In campagna elettorale Tridico ha proposto di replicare una misura simile a livello regionale con il “reddito di dignità”, che Occhiuto ha molto criticato sostenendo che sia insostenibile a livello finanziario.

Tridico insieme al leader del M5S Giuseppe Conte durante un comizio a Cosenza, 1 ottobre 2025 (ANSA/Elvira Madrigrano)
Sempre sul tema del lavoro, Occhiuto ha detto di voler stabilizzare i contratti precari e investire in settori che possano portare occupazione, come il turismo. Tridico, invece, ha promesso un piano pubblico di assunzioni destinato soprattutto ai giovani, da impiegare nella cultura e nell’ambiente.
Tra gli argomenti principali c’è stato poi il sistema sanitario calabrese, che è tra quelli messi peggio in Italia ed è commissariato dal 2009, cioè affidato all’amministrazione di un funzionario scelto dal governo (fino a poco fa era lo stesso Occhiuto). Tridico ha messo in evidenza disservizi e carenze degli ospedali e ha proposto di aumentare il numero delle guardie mediche, mentre pochi giorni fa Occhiuto, in un comizio insieme a Meloni, ha annunciato di aver avviato il percorso per far uscire la sanità calabrese dal commissariamento.
Si è parlato molto meno invece degli altri commissariamenti, che sono tantissimi in Calabria: sono commissariati comuni, aziende sanitarie e ospedaliere, enti regionali e aziende partecipate per un totale di almeno 40 commissariamenti (se si escludono i sub commissariamenti, ovvero il commissariamento dei commissari). È un problema grosso piuttosto ignorato: al momento nemmeno il governo sa quanti sono.
Altro punto fondamentale della campagna elettorale è stato il ponte sullo Stretto di Messina, molto promosso dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e che dovrebbe collegare la Calabria alla Sicilia. Occhiuto ha accolto favorevolmente il progetto e ha sostenuto che possa attrarre investimenti per la regione. Tridico è contrario, e ritiene che i soldi previsti per la costruzione del ponte dovrebbero essere investiti diversamente.



