Una corte d’appello indiana ha chiesto ai medici di scrivere meglio
E di introdurre corsi di scrittura a mano nelle facoltà, perché «una prescrizione medica scritta in modo chiaro è un diritto fondamentale»

Una corte d’appello indiana ha emesso un ordine che chiede ai medici di migliorare la propria calligrafia, spesso indecifrabile. Nel provvedimento, che si applicherà agli stati indiani del Punjab e dell’Haryana, il giudice Jasgurpreet Singh Puri ha chiesto al governo di introdurre dei corsi di scrittura a mano nei programmi delle facoltà di medicina e di rendere obbligatorie entro due anni le prescrizioni digitali, che non richiedono la scrittura a mano. Fino a quando non accadrà, tutti i medici dovranno scrivere in stampatello, e nella maniera più chiara possibile.
L’ordine è stato emesso durante un’udienza su un caso di violenza sessuale e truffa. Puri stava valutando la richiesta della difesa di concedere la libertà su cauzione all’imputato: quando ha esaminato il rapporto medico legale della presunta vittima, però, l’ha trovato del tutto illeggibile, al punto che «non era possibile distinguere neppure una parola o una lettera». Puri ha scritto che «una prescrizione medica scritta in modo chiaro è un diritto fondamentale». Ha poi aggiunto:
«In un’epoca in cui la tecnologia e i computer sono facilmente accessibili, è scioccante che i medici continuino a scrivere a mano prescrizioni che non possono essere lette da nessuno, tranne forse da qualche farmacista»
Non è la prima volta che un tribunale indiano si lamenta della pessima calligrafia dei medici. L’anno scorso una corte d’appello dell’Orissa, uno stato federato dell’India, aveva criticato «lo stile a zigzag» di un relazione che stava esaminando, chiedendo al governatore Ganeshi Lal di imporre ai medici di scrivere ricette e rapporti medici in stampatello. Nel 2015 una donna ebbe gravi convulsioni dopo aver assunto un farmaco per il diabete al posto dell’analgesico che le era stato prescritto: un errore dovuto alla calligrafia poco chiara del medico, che rese facile confondere i due nomi.
Dilip Bhanushali, il presidente dell’Indian Medical Association (l’associazione indiana che rappresenta i medici di base), ha detto alla BBC che nelle città più grandi i medici sono ormai passati alle prescrizioni digitali, ma che nelle zone rurali e nei piccoli centri questa transizione non è ancora avvenuta. Bhanushali ha aggiunto anche che, in molti casi, la pessima calligrafia dei medici è dovuta ai carichi di lavoro. «Un medico che visita sette pazienti al giorno può scrivere con calma e in modo chiaro, ma se ne visita 70 non può farlo».
Quella sulla pessima calligrafia dei medici è una diceria diffusa un po’ in tutto il mondo. Finora però nessuno studio è riuscito a dimostrare che i medici scrivano davvero peggio di altri professionisti.
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