In Cina 11 persone sono state condannate a morte perché ritenute responsabili di gestire un centro per le truffe in Myanmar

 (Photo by China Photos/Getty Images)
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Un tribunale in Cina ha condannato a morte 11 persone di nazionalità cinese appartenenti tutte alla famiglia Ming, una potente famiglia criminale cinese ritenuta responsabile di gestire uno scam center nella città di Laukkai, in Myanmar, poco oltre il confine. Gli scam center sono grossi capannoni dove migliaia di persone vivono e lavorano in condizioni disumane e spesso sotto minaccia, facendo frodi online di vario genere e gestendo altri business illeciti. Negli ultimi anni ne sono sorte molte in varie città del Myanmar (rinominate per questo “scam cities”), e spesso sono gestite dalla criminalità organizzata cinese. Molto diffuse anche in Cambogia e Laos, sono nate in origine per rispondere alla domanda di gioco d’azzardo da parte di turisti dalla Cina, dove è illegale.

Per i crimini commessi nello scam center di Laukkai sono state condannate in totale 39 persone, tutte appartenenti alla famiglia Ming: oltre alle 11 già citate, altre 5 sono state condannate alla pena di morte ma con sospensione di due anni (significa che verranno giustiziate se commetteranno altri crimini in questo periodo); 11 hanno ricevuto l’ergastolo e altre hanno avuto condanne tra i 5 e i 24 anni. Sono state ritenute responsabili anche della morte di alcuni lavoratori del centro, e di gestire casinò illegali, narcotraffico e sfruttamento della prostituzione.