Le elezioni regionali più importanti di questo autunno
Sono quelle nelle Marche, in cui si vota domenica e lunedì: a differenza delle altre regionali dei prossimi mesi, qui l'esito è ancora molto incerto

Le prime elezioni regionali per cui si vota in autunno sono anche le più rilevanti per la politica nazionale: quelle nelle Marche, domenica 28 e lunedì 29 settembre. Il motivo è che l’esito delle elezioni nelle altre regioni al voto è considerato scontato o quasi: il centrosinistra vincerà con ogni probabilità in Toscana, Puglia e Campania; e il centrodestra in Veneto e sembra anche in Calabria. Il 28 settembre si vota anche in Valle d’Aosta, dove però le questioni nazionali entrano molto meno, perché non si elegge direttamente un presidente e perché il primo partito è l’autonomista Union Valdôtaine.
Nelle Marche invece la situazione è più incerta, e per questo sono le elezioni da guardare per capire chi tra la destra e il centrosinistra potrà sostenere di aver vinto le elezioni regionali da qui alla fine dell’anno (tutte un po’ spezzettate: si vota il primo weekend di ottobre in Calabria e il secondo in Toscana, e poi il 23 e il 24 novembre in Campania, Puglia e Veneto).
La destra sostiene il presidente uscente Francesco Acquaroli, di Fratelli d’Italia, che si candida per un secondo mandato. Lo sostiene tutta la coalizione attualmente al governo, e cioè Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati. I partiti di opposizione sostengono quasi tutti Matteo Ricci, europarlamentare ed ex sindaco di Pesaro, del Partito Democratico: oltre che dal suo partito è sostenuto da Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Italia Viva.

Matteo Ricci durante un comizio ad Ascoli, 1° agosto 2025 (ANSA/SANDRO PEROZZI)
Sono quasi tutti i partiti di opposizione, perché Azione di Carlo Calenda non lo sosterrà (e non sosterrà nessun candidato): tra le altre cose è favorevole a costruire un inceneritore per lo smaltimento dei rifiuti regionali, mentre Ricci è contrario.
Gli ultimi sondaggi pubblici (per la legge italiana si possono diffondere fino a due settimane prima del voto) danno Acquaroli favorito, con un vantaggio che varia a seconda degli istituti ma che in media sta fra i 3 e i 4 punti. Non sono pochi alle regionali, visto che non è previsto ballottaggio e vince semplicemente chi prende più voti, ma non è nemmeno un distacco decisivo o irrecuperabile nelle ultime due settimane di campagna elettorale, anche perché il margine di errore dei sondaggi di solito si aggira intorno al 2 per cento.
Fino a qualche mese fa la situazione era assai più incerta anche nei sondaggi. Le cose sono cambiate dopo il coinvolgimento di Ricci in un’inchiesta giudiziaria, per fatti che risalgono al suo periodo da sindaco di Pesaro (lo è stato fino al 2024): è accusato di aver favorito alcune associazioni affidando loro incarichi senza un bando pubblico di gara, ricevendo in cambio appoggio politico.

Acquaroli durante l’ultimo comizio della campagna elettorale ad Ancona, 17 settembre 2025 (ANSA/DAVIDE GENNARI)
Per la destra, e soprattutto per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è un’elezione particolarmente delicata. Innanzitutto per un motivo semplice: in caso di sconfitta sarebbe la terza regione che passa dalla destra al centrosinistra da quando la destra è al governo (cioè da tre anni), dopo la Sardegna e l’Umbria.
Le Marche poi sono una delle due sole regioni (l’altra è l’Abruzzo) in cui il presidente è espresso da Fratelli d’Italia: un risultato un po’ misero, se si considera che il partito di Meloni a livello nazionale è nettamente quello con i maggiori consensi da più di tre anni e che nessuna delle due regioni che governa è particolarmente rilevante dal punto di vista economico e politico. Perdere anche le Marche sarebbe insomma un problema, soprattutto per un partito a cui si contesta spesso di non avere una classe dirigente all’altezza. Sarebbe un problema anche interno alla coalizione, perché legittimerebbe le frequenti pressioni di Forza Italia e Lega per esprimere loro i candidati presidenti a ogni tornata elettorale regionale.
L’importanza che Meloni attribuisce a queste elezioni si è vista anche in una recente decisione politica che avrà conseguenze molto concrete sulle Marche: ad agosto il governo ha presentato un disegno di legge per far entrare la regione (insieme all’Umbria) nelle Zone Economiche Speciali (ZES), cioè territori che hanno una legislazione economica più vantaggiosa, con incentivi, sgravi fiscali e regole semplificate per attirare più investimenti e accelerare gli appalti pubblici. Già otto regioni italiane ne fanno parte, tutte al Sud.

Giorgia Meloni all’evento di chiusura della campagna elettorale di Acquaroli (ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI/FILIPPO ATTILI)
L’opposizione aveva accusato il governo di usare l’annuncio sulle Marche nelle ZES per fare campagna elettorale, e in effetti era sembrato che Meloni ci puntasse molto: con una scelta inusuale era andata lei stessa ad Ancona (il capoluogo di regione) per annunciare il progetto con grande enfasi. Nelle ultime settimane di campagna elettorale Acquaroli ha più volte sottolineato l’importanza dell’inserimento nelle ZES e lo ha un po’ rivendicato come un risultato politico.
Per il resto si è parlato molto di sanità, soprattutto perché Ricci e l’opposizione l’hanno tirata fuori spesso: era stato d’altra parte un tema decisivo in Umbria e Sardegna, le due regioni passate dal centrodestra al centrosinistra negli ultimi anni. Ricci poi ha proposto un salario minimo regionale, ha detto di essere favorevole a una legge regionale sul suicidio assistito e infine nelle ultime settimane è uscito dall’ambito locale, insistendo molto sulle questioni che riguardano Gaza, il riconoscimento della Palestina e il sostegno alla Global Sumud Flotilla.
Acquaroli d’altra parte non ha proposto cose nuove perché governa già: ha rivendicato alcuni risultati e ha chiesto di essere rieletto per portare a termine i progetti già avviati. Tra i due candidati c’è stato anche un confronto pubblico su Sky TG24, interessante se non altro perché insolito nel contesto politico italiano: di concreto si è detto poco, ma sui temi più importanti della campagna elettorale qualcosa è venuto fuori.



