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  • Giovedì 25 settembre 2025

Un’altra scuola privata accusata di vendere diplomi

In provincia di Napoli la procura sta indagando su un presunto “diplomificio”, e di recente ci sono stati casi simili in altre due regioni 

Gli studenti del liceo Visconti di Roma durante la prima prova scritta dell'esame di Maturità, 18 giugno 2025 (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
Gli studenti del liceo Visconti di Roma durante la prima prova scritta dell'esame di Maturità, 18 giugno 2025 (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
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La procura di Napoli Nord sta indagando su un presunto sistema di falsificazione di diplomi scolastici in un istituto paritario del comune di Sant’Antimo, nella città metropolitana di Napoli (l’istituto paritario è un tipo di scuola privata riconosciuto dal ministero dell’Istruzione): 54 persone sono indagate, tra cui il preside, il vicepreside, insegnanti e studenti. L’accusa è di falso ideologico in concorso e rischiano fino a sei anni di reclusione.

Secondo la procura, la scuola avrebbe venduto diplomi a studenti che non avevano mai frequentato le lezioni, falsificando i registri scolastici per farli risultare presenti in classe anche se non lo erano. Nell’anno scolastico 2023/2024 avrebbe fatto pagare rette da diverse migliaia di euro (5mila euro l’anno, per un totale di 25mila euro per ciclo scolastico) e avrebbe poi segnato regolarmente come presenti in classe studenti che in realtà si trovavano in altre parti d’Italia (tra cui Milano, Bologna e la zona del Brennero). In questo modo gli studenti si sarebbero garantiti l’accesso all’esame di Stato e quindi al diploma.

Nelle scorse settimane erano state avviate indagini simili in due istituti paritari a Fermo (nelle Marche) e a Saviano (in Campania), e in un istituto non paritario di Bologna, in Emilia-Romagna: più in generale quello dei cosiddetti “diplomifici” è un problema noto e che il ministero dell’Istruzione segue da tempo. Con questo nome ci si riferisce alle scuole private riconosciute dal ministero che concedono titoli di studio ottenuti in maniera illecita. Il ministero dell’Istruzione ha istituito un protocollo per collaborare con le procure e contrastare il fenomeno, e l’indagine della procura di Napoli Nord scaturisce appunto da questa collaborazione.

Falsificare le presenze serviva a superare la soglia minima prevista per legge per poter accedere agli esami di Stato, che è pari ad almeno tre quarti del monte ore annuale. Non è chiaro se gli esami di Stato siano poi effettivamente stati sostenuti o meno: secondo la procura però gli studenti li avrebbero superati, a volte con voti superiori a 70 su 100, pur non avendo mai frequentato le lezioni.

L’indagine è nata a seguito del fermo di alcuni degli studenti dell’istituto, diversi dei quali erano maggiorenni, in varie città e zone d’Italia, ha detto a Repubblica il tenente colonnello Carmine Bellucci, alla guida del gruppo della Guardia di Finanza che ha collaborato alle indagini. Gli approfondimenti successivi ai fermi hanno permesso alla Guardia di Finanza di fare controlli incrociati coi registri dell’istituto in cui risultavano iscritti, scoprendo che negli stessi giorni in cui erano stati fermati fuori dalla Campania risultavano presenti in classe nella scuola di Sant’Antimo.

In Italia esistono vari tipi di scuole private riconosciute dal ministero dell’Istruzione: gli istituti paritari, come quello di Sant’Antimo, sono quelli autorizzati a rilasciare titoli che hanno un valore legale (a differenza delle scuole non paritarie, in cui il valore legale viene riconosciuto solo alla frequentazione delle lezioni, ma che non possono rilasciare titoli di studio).