La Corea del Sud ha approvato la legge che legalizza l’attività di migliaia di tatuatori

I membri della Federazione coreana dei tatuatori festeggiano dopo l'approvazione della legge davanti al palazzo del parlamento coreano, il 25 settembre 2025 (AP Photo/Ahn Young-joon)
I membri della Federazione coreana dei tatuatori festeggiano dopo l'approvazione della legge davanti al palazzo del parlamento coreano, il 25 settembre 2025 (AP Photo/Ahn Young-joon)

Giovedì il parlamento monocamerale della Corea del Sud ha approvato una legge che permetterà anche a chi non è medico di esercitare legalmente la professione di tatuatore, dopo aver ottenuto una licenza apposita. Prima di questa legge il paese era uno dei pochissimi al mondo a permettere solo a chi aveva fatto studi medici di fare tatuaggi, per via di una sentenza della Corte Suprema del 1992 che stabiliva che i tatuaggi erano considerabili un trattamento medico, a causa dei potenziali rischi connessi all’uso degli inchiostri e degli aghi. Chi non rispettava queste regole rischiava fino a cinque anni di carcere e l’equivalente di circa 30mila euro di multa.

La legge entrerà in vigore fra due anni e prevede che chiunque eserciti già o voglia esercitare questa professione superi un esame alla fine di un corso sull’igiene di un anno organizzato dal governo. Nell’ultimo periodo la legge era stata molto discussa, ma era sostenuta dal ministero della Salute e da un ampio numero di parlamentari, ed era atteso che venisse approvata.

In Corea del Sud rimane comunque un radicato stigma culturale e sociale nei confronti dei tatuaggi, e capita ancora che le persone tatuate non siano ammesse in negozi e luoghi come palestre o piscine. Allo stesso tempo, farseli è diventato sempre più comune e oggi si stima che più di un milione di sudcoreani (su una popolazione di circa 51 milioni) ne abbia almeno uno. Secondo una stima del 2021 del ministero della Salute sudcoreano, le tatuatrici e i tatuatori attivi nel paese sono circa 350mila, molti dei quali senza nessuna qualificazione come medico. Nonostante le autorità avessero un atteggiamento abbastanza tollerante nei loro confronti, lavorare senza licenza poneva vari problemi fra cui quello, specialmente per le tatuatrici, di evitare di denunciare le eventuali aggressioni da parte dei clienti per paura di essere punite a loro volta.

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