Si può entrare nelle ZTL con l’auto ibrida?
Secondo il codice della strada sì, eppure molti comuni hanno stabilito di no, forse non potendo

A Roma negli ultimi anni il giudice di pace ha annullato varie multe ricevute da persone che erano entrate nella zona a traffico limitato (ZTL) con un’auto ibrida, cioè alimentata solo in parte da batterie elettriche. Il comune continua a fare le multe, e decine di persone continuano a vincere i ricorsi, in un circolo vizioso che va avanti da tempo.
Il problema è che il codice della strada, che è una norma nazionale, prevede in un comma inserito nel 2018 che le automobili ibride possano sempre entrare nelle ZTL, al pari di quelle completamente elettriche; il comune di Roma ha fatto le multe sulla base di una sua ordinanza secondo cui nella ZTL possono entrare gratuitamente solo le auto elettriche, e non quelle ibride. Finora i ricorsi sono stati vinti in tutti i casi dagli automobilisti, dice Giulia Spadazzi, un’avvocata che sta seguendo una decina di casi, perché il giudice ritiene che il codice della strada sia una norma di rango superiore rispetto alle ordinanze dei comuni. Secondo Spadazzi i primi ricorsi furono presentati alla fine del 2023, e da allora se ne sono accumulate decine, seguiti anche da altri avvocati.
Quando i ricorsi vengono accolti è il comune a rimetterci: nel caso di una sentenza del 2025 seguita da Spadazzi, il tribunale ha condannato il comune a pagare oltre 200 euro. La questione comunque non riguarda solo Roma, perché nonostante quello che dice il codice della strada diversi comuni hanno adottato vari tipi di restrizioni, nel tempo. Il comune di Milano qualche anno fa approvò una delibera in cui stabilisce che alcuni tipi di automobili ibride possono entrare gratuitamente all’interno dell’area C (la zona a traffico limitato nel centro di Milano) e altri, quelli più inquinanti, devono invece pagare per farlo. Secondo Spadazzi nessuno di questi provvedimenti sarebbe legale.
Nel 2018, l’anno in cui entrò in vigore il comma del codice della strada sulle auto ibride, alcuni deputati del Partito Democratico rivolsero un’interrogazione parlamentare all’allora ministro dei Trasporti Danilo Toninelli (qui c’è il testo). Era in carica il governo cosiddetto “gialloverde”, sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle. Nell’interrogazione i deputati riferirono a Toninelli che il comma appena introdotto nel codice della strada aveva suscitato critiche e perplessità tra diversi sindaci, preoccupati delle conseguenze provocate dal libero accesso delle automobili ibride nei centri città sull’ambiente, sulla viabilità pedonale e sulla circolazione.
Toninelli rispose che la norma non valeva per tutte le ZTL, ma solo per quelle «di nuova istituzione», intendendo verosimilmente quelle non ancora in vigore. Toninelli disse anche che il governo avrebbe espresso un parere favorevole a una modifica del comma 9-bis dell’articolo 7 del codice della strada per rendere libero l’accesso dentro le ZTL solo ai veicoli elettrici.
Quella modifica non è mai avvenuta. Nei ricorsi finora accolti dal tribunale, dice Spadazzi, il giudice ha prediletto «il principio gerarchico delle fonti», e quindi il fatto che una norma di legge nazionale come il codice della strada sia prevalente rispetto a un’ordinanza comunale.
Non risultano al Post ricorsi in altre città, che per quanto potenzialmente legittimi hanno un costo anche per chi li presenta: tra contributo unificato, marche da bollo e spese legali può arrivare a costare più della multa, e i tempi perché eventualmente venga annullato sono lunghi. Alcune udienze per multe prese quest’anno a Roma sono state fissate per il 2027 (tra due anni, e parliamo solo delle udienze).



