Il Garante della privacy ha sospeso l’imbarco con il riconoscimento facciale all’aeroporto di Linate

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, si registra per il servizio di faceboarding all'aeroporto di Linate, il 7 maggio 2024 (ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, si registra per il servizio di faceboarding all'aeroporto di Linate, il 7 maggio 2024 (ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)

Il Garante della privacy ha sospeso la possibilità di imbarcarsi in aereo tramite il riconoscimento facciale – e senza presentare i documenti – all’aeroporto di Milano Linate, mentre è in corso un’istruttoria (come vengono chiamate le indagini del Garante) per verificare se il sistema rispetti le regole sul trattamento dei dati biometrici. La notizia è stata data dal Corriere della Sera, che ha letto il documento dell’11 settembre con cui il Garante ha imposto la sospensione all’aeroporto, ed è stata confermata sempre al Corriere da SEA, la società che gestisce Linate.

Il servizio, chiamato dall’aeroporto faceboarding, era disponibile dal 2024, dopo una fase di sperimentazione iniziata nel 2020. Per usarlo occorreva registrarsi facendosi fotografare il volto e scannerizzando carta d’imbarco e documenti. La registrazione durava fino a un anno e permetteva di superare i controlli senza presentare i documenti.

L’aeroporto di Linate era l’unico in Italia a usare questo tipo di servizio. Quello di Fiumicino, a Roma, lo aveva inizialmente introdotto ma poi sospeso nel 2024, in attesa che le autorità competenti si esprimessero sulla possibilità che questo metodo per l’imbarco violasse le norme europee sulla privacy. È usato invece da diversi aeroporti in Europa.

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