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  • Lunedì 15 settembre 2025

In Abruzzo una dodicenne ha denunciato di essere stata stuprata per mesi

Da un quattordicenne e un diciottenne, ora accusati di violenza sessuale aggravata e revenge porn

Un momento del presidio di "Non Una Di Meno" contro la violenza sessuale, Milano, 27 febbraio 2024 (ANSA / Andrea Fasani)
Un momento del presidio di "Non Una Di Meno" contro la violenza sessuale, Milano, 27 febbraio 2024 (ANSA / Andrea Fasani)
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La procura di Sulmona e la procura per i minori dell’Aquila, in Abruzzo, hanno aperto un’inchiesta per violenza sessuale aggravata e revenge porn, cioè diffusione di immagini e video privati senza il consenso della persona interessata. Due ragazzi di 18 e 14 anni sono accusati di aver stuprato per circa sei mesi una dodicenne e di aver diffuso su WhatsApp foto e filmati delle violenze.

Secondo diversi quotidiani le indagini sono partite dopo che la 12enne, a fine luglio, aveva raccontato quello che stava subendo ai propri genitori, che si erano inizialmente rivolti al centro antiviolenza di Sulmona e poi ai carabinieri. La bambina ha raccontato che a gennaio aveva condiviso alcune sue immagini con il quattordicenne, che frequentava, e che era a sua volta amico del diciottenne. I due ragazzi, poi, l’avrebbero costretta per mesi a incontrarli nelle loro case minacciando di diffondere le immagini che lei aveva inviato e obbligandola ad avere rapporti sessuali con loro filmando le violenze. Il sospetto è che queste immagini o questi video siano stati poi diffusi su WhatsApp.

Per ora non si sa molto altro, a causa dell’età dei soggetti coinvolti. Si sa che la dodicenne è stata ascoltata in procura, affiancata da una psicologa, e che i carabinieri hanno perquisito le case dei due ragazzi sequestrando loro telefono, tablet e computer, che saranno ora esaminati da un perito nominato dal pubblico ministero. Gli indagati, scrivono i giornali, potrebbero aumentare perché chiunque abbia condiviso quei video potrebbe trovarsi coinvolto.

I due indagati rischiano dai 6 ai 12 anni di carcere per il reato di violenza sessuale che, in questo caso, sarebbe aggravato dall’età della vittima, minore di 14 anni. Rischiano inoltre da uno a 6 anni per il reato di revenge porn, che punisce «la diffusione e le immagini a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate».

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Se subisci violenza e cerchi aiuto o consigli chiama il numero antiviolenza 1522: è gratuito e attivo 24 ore su 24. Dal sito puoi chattare direttamente con un’operatrice. Oppure contatta il centro antiviolenza più vicino. Qui l’elenco dei centri della Rete Di.Re.

Se sei vittima di diffusione di materiale intimo non consensuale, puoi chiedere aiuto chattando direttamente con il team di PermessoNegato cliccando su “contattaci” sul loro sito.