Il dissalatore di Porto Empedocle è già a mezzo servizio
Costato 26 milioni per produrre acqua potabile per la Sicilia, rimane spento di notte perché fa troppo rumore

A poco più di un mese dall’inaugurazione, il dissalatore di Porto Empedocle – in provincia di Agrigento, in Sicilia – è già mezzo fermo perché il forte rumore dei suoi impianti disturba chi abita nelle vicinanze. Il commissario straordinario per l’emergenza siccità, Nicola Dell’Acqua, ha detto al giornale La Sicilia che il dissalatore deve rimanere spento di notte almeno fino alla fine dei lavori di insonorizzazione, che inizieranno il 20 settembre.
Il dissalatore di Porto Empedocle è uno dei tre impianti installati negli ultimi due mesi in Sicilia: gli altri due sono a Gela e a Trapani. Sono dissalatori mobili, ovvero possono essere spostati e accesi all’occorrenza. Funzionano grazie al processo di osmosi inversa: l’acqua salata prelevata dal mare viene spinta attraverso una membrana semipermeabile, che trattiene il sale, e depositata in vasche in cui viene analizzata. Successivamente vengono aggiunti ipoclorito di sodio, bicarbonato di sodio e cloruro di calcio per renderla potabile. A quel punto può essere immessa nella rete idrica.
Per comprare i dissalatori la regione ha investito 100 milioni di euro, di cui 90 garantiti dal governo, con un accordo fatto prima delle elezioni europee del 2024, e 10 presi dal bilancio regionale.
La regione ha spiegato che ogni impianto è in grado di produrre 96 litri di acqua al secondo, se sfruttato appieno. Sembra una quantità notevole, in realtà il fabbisogno siciliano è decisamente più alto. Come ha calcolato l’Ordine degli Ingegneri di Palermo, interpellato da Repubblica, solo l’area metropolitana di Palermo ha un fabbisogno di 3.300 litri d’acqua al secondo, di cui 2.500 soltanto per il capoluogo. Ogni dissalatore può garantire potenzialmente acqua potabile per circa 40mila persone, dunque poco più di 130mila abitanti in totale. Sono pochi, se si tiene conto che secondo i dati più recenti sono circa 4,8 milioni le persone che abitano in Sicilia, a cui vanno aggiunti i turisti.
Finora il dissalatore di Porto Empedocle è riuscito a produrre solo 60 litri d’acqua al secondo, meno delle previsioni, e soltanto durante il giorno. Il dissalatore di Trapani invece è in ritardo a causa di problemi tecnici dovuti alla decisione di installarlo negli spazi del vecchio impianto dismesso anni fa. L’unico davvero in funzione è quello di Gela.
I ritardi e guasti hanno innescato una polemica tra la maggioranza e l’opposizione in regione. «Dovevano essere la risposta alla sete cronica della Sicilia occidentale, invece i dissalatori stanno mostrando limiti strutturali e gestionali che ne compromettono l’efficacia», ha detto il capogruppo del Partito Democratico, Michele Catanzaro. Forza Italia ha risposto sostenendo che i dissalatori non sono l’unica soluzione per risolvere la mancanza d’acqua, ma solo una prima risposta in tempi brevi.
In effetti la rete idrica siciliana avrebbe bisogno di molta manutenzione: poco più di metà dell’acqua che viene immessa nella rete viene dispersa a causa di guasti e del pessimo stato delle condutture.



