Chi è Sébastien Lecornu, il nuovo primo ministro francese
Concreto, molto discreto, abile a mantenere i rapporti con tutti i partiti: ma anche molto vicino a Macron, oggi assai impopolare

Martedì sera il presidente francese Emmanuel Macron ha nominato come primo ministro Sébastien Lecornu, ministro della Difesa dal 2022, ventiquattr’ore dopo che l’Assemblea Nazionale aveva sfiduciato François Bayrou per via di un mancato accordo sulla contestata legge di bilancio per il 2026.
La nomina è arrivata all’improvviso ed è stata una sorpresa per molti francesi, perché Lecornu è un politico discreto e di basso profilo, che rispetto ad altri suoi colleghi è molto meno conosciuto. È però anche il più longevo ministro in carica e uno dei più fedeli collaboratori di Macron: fa parte di Renaissance, il partito del presidente. Ha 39 anni ed è ministro da quando ne aveva 32, cioè dal 2018. È sopravvissuto politicamente alle cadute di cinque primi ministri e ad altrettanti rimpasti di governo.
Nell’ultimo anno il suo nome era stato fatto più volte durante le discussioni su chi nominare come capo del governo e lo scorso dicembre ci era andato molto vicino, prima che Bayrou fosse scelto al suo posto.

Sébastien Lecornu ed Emmanuel Macron a luglio del 2025 (Julien Mattia/Le Pictorium Agency via ZUMA Press)
Lecornu è descritto da tutti come un politico molto concreto e un buon negoziatore, che tiene aperte conversazioni con tutte le parti politiche. Gérald Darmanin, attuale ministro della Giustizia e uno dei suoi migliori amici, lo definisce un «pessimista felice».
Negli anni il suo rapporto con Macron, che non aveva mai incontrato prima di entrare in Renaissance, si è fatto molto stretto, specialmente a partire dal 2019. Quell’anno, nel pieno delle proteste dei “gilet gialli”, Lecornu consigliò al presidente di coinvolgere i sindaci nelle discussioni che il presidente stava avendo con il movimento: un’idea che ebbe successo e contribuì a far finire le manifestazioni a livello nazionale. Oggi Lecornu è anche molto in confidenza con la moglie di Macron, Brigitte Macron, con cui pranza regolarmente. A settembre del 2024 Macron chiese al neo-nominato primo ministro Michel Barnier di mantenere Lecornu nel suo incarico.
Secondo Le Monde, in questo momento Macron potrebbe aver scelto Lecornu anche perché pensa che non taglierà la spesa per la difesa nella legge di bilancio per il 2026, l’unico ambito che è stato finora risparmiato dai tagli alla spesa pubblica, considerati necessari per risolvere il problema del crescente debito pubblico francese.

Sébastien Lecornu e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel 2024 (ANSA/Firas Abdullah/ABACAPRESS.COM)
Non è certo però che Lecornu riesca a far fruttare le sue doti di negoziatore in una situazione politica così intricata, e la sua vicinanza a Macron potrebbe essere un problema serio, considerata l’impopolarità del presidente sia tra i francesi sia tra le forze in parlamento.
Per esempio Lecornu ha coltivato nel tempo un rapporto cordiale con il partito di Marine Le Pen, il Rassemblement National (di estrema destra), che però oggi è molto meno incline alla collaborazione con altre forze politiche e sta chiedendo di andare a elezioni anticipate. Anche il Partito Socialista ha accolto con freddezza la sua nomina, nonostante Macron avesse cercato di avvicinarsi proprio ai Socialisti informando privatamente il loro leader Olivier Faure della scelta di Lecornu, prima che fosse resa pubblica.
Lecornu è originario della Normandia. Iniziò la sua carriera politica al liceo come militante nell’Unione per un movimento popolare (UMP), il partito fondato dall’ex presidente Jacques Chirac che è poi confluito nei Repubblicani, fondato da Nicolas Sarkozy. Nel 2014 fu eletto sindaco di Vernon, un paese del dipartimento dell’Eure (a nord ovest di Parigi), dove è cresciuto, e di cui l’anno dopo diventò presidente del Consiglio dipartimentale, il principale organo deliberativo a livello locale. Lecornu è rimasto molto attaccato all’Eure, dove è ancora oggi membro del Consiglio e dove passa molto tempo.
Nel 2017 entrò nel partito che oggi si chiama Renaissance, fondato da Emmanuel Macron l’anno prima. Fu nominato segretario di Stato (una specie di viceministro) al ministero della Transizione ecologica e da allora non è più uscito dal governo: fu ministro responsabile delle Collettività territoriali dal 2018 al 2020, ministro dei Territori d’oltremare fino al 2022 e da allora è ministro della Difesa.



