Gli Stati Uniti hanno sospeso l’approvazione di tutti i visti temporanei per le persone con passaporto palestinese

Il dipartimento di Stato statunitense ha ordinato alle ambasciate del paese all’estero di negare i visti non per l’immigrazione negli Stati Uniti a tutte le persone che ne fanno richiesta con un passaporto emesso dall’Autorità Nazionale Palestinese (ANP). Sono visti per l’ingresso negli Stati Uniti fra le altre cose per motivi come turismo, istruzione o ragioni mediche. Sono esclusi i visti per l’immigrazione, per i quali solitamente serve che un cittadino statunitense (un familiare o il datore di lavoro) sponsorizzi la persona che richiede il visto. La notizia non è stata annunciata ufficialmente, ma il dipartimento di Stato l’ha confermata al New York Times, che l’aveva pubblicata dopo aver visto i documenti inviati alle ambasciate.
Gli Stati Uniti recentemente hanno annunciato altre due misure molto restrittive per le persone palestinesi, che sono state viste come una risposta all’intenzione di diversi paesi occidentali di riconoscere uno stato palestinese nelle prossime settimane, a sua volta una reazione all’invasione israeliana della Striscia di Gaza. Il 16 agosto il dipartimento di Stato aveva già sospeso la concessione di tutti i visti per i residenti della Striscia di Gaza, inclusi quelli per ragioni umanitarie, e venerdì lo aveva fatto con i visti di alcuni funzionari dell’ANP, l’entità che oggi governa in maniera semiautonoma parte della Cisgiordania, che questo mese dovevano andare a New York per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
I passaporti palestinesi esistono dagli anni Novanta, quando nacque l’ANP. Una persona che ha sia un passaporto palestinese sia uno di un altro paese potrebbe comunque ottenere un visto. Le domande fatte con un passaporto palestinese verranno rifiutate a prescindere da dove vive chi le fa, quindi anche se risiede fuori dai territori palestinesi.
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