I raduni in cui non si possono usare i telefoni
O come dice chi li organizza, per fare "digital detox": piacciono soprattutto ai giovani e si stanno diffondendo in Europa e Italia

Da quando esistono i telefoni cellulari e in particolare gli smartphone, esistono anche rari bar e ristoranti che provano a limitarne l’uso esponendo cartelli con scritte provocatorie come: «In questo locale non c’è il Wi-Fi: posate il telefono e parlatevi». A lungo questo approccio è stato sminuito come tipico di alcune persone anziane ostili al progresso tecnologico, o degli “anticonformisti di turno” che cercano di promuovere in modo un po’ brusco la convivialità “di una volta”.
Più di recente però quest’idea si è rivelata una vincente trovata promozionale per attrarre nei locali persone giovani, che abitano nelle grandi città e che vivono l’uso degli smartphone come una specie di dipendenza. Sono diventati sempre più comuni infatti gli eventi che puntano sullo stare “offline”, cioè i cui gli obiettivi dichiarati sono “disintossicarsi” dall’uso degli smartphone e valorizzare le interazioni sociali dal vivo. Avvengono in locali, bar o spazi pubblici come parchi, dove si chiacchiera, si legge, si scrive, si fa la maglia o si gioca. L’unica regola, appunto, è non usare dispositivi collegati a internet.
Un progetto di questo tipo che si sta espandendo molto velocemente in Europa è The Offline Club, ideato nel 2021 da tre ragazzi di Amsterdam. Oggi è presente in altre città europee: Londra, Parigi, Barcellona, Berlino, Lisbona, Copenhagen, Colonia e dallo scorso ottobre anche in Italia, a Milano.
Sofia Bollini, community leader di The Offline Club Milano, spiega che all’ingresso dell’evento – solitamente organizzato in bar, pub o spazi allestiti – gli organizzatori ritirano i telefoni dei partecipanti e li chiudono in un armadietto. Finora a Milano sono stati organizzati circa 2 eventi al mese, e a maggio ce ne sono stati 3 a cui hanno partecipato in media 50/60 persone. Per partecipare bisogna comprare un biglietto online, che costa una decina di euro e a volte include anche qualcosa da bere.
Alcuni di questi eventi si tengono in inglese, vista la grande affluenza di persone straniere, che magari si sono appena trasferite a Milano e vogliono conoscere nuove persone. Durano circa due ore e mezza e sono suddivisi in due parti: la prima ora è dedicata ad attività «per connettersi con se stessi», dove tendenzialmente si sta in silenzio e ci si dedica ad attività come disegnare, scrivere, leggere, meditare, o semplicemente rilassarsi.
La seconda parte dell’evento è dedicata invece a «connettersi con gli altri»: gli organizzatori propongono giochi e domande per far conoscere i partecipanti, sia generiche che più profonde e personali. Bollini racconta che alcuni partecipanti le hanno confidato di essersi aperti con gli estranei più facilmente di come fanno con i propri amici.
A questi eventi partecipano comunque anche persone che non hanno interesse a interagire con altri, ma che sentono il bisogno di staccare un paio d’ore dal telefono e da Internet, magari dopo una giornata di lavoro allo schermo, e che vogliono in qualche modo un aiuto per farlo.
Due settimane fa ad Amsterdam The Offline Club ha organizzato un evento dedicato alla lettura, chiamato “reading rave”, in cui più di duecento persone si sono radunate in un parco a leggere, ognuno con il proprio libro o prendendone in prestito uno dalla bancarella dell’organizzazione.
Molte altre organizzazioni hanno imitato The Offline Club e in particolare i suoi eventi che durano più giorni, chiamati “digital detox retreats” (ritiri di disintossicazione digitale) che prevedono gite fuori porta, al momento organizzate solo nelle campagne olandesi e francesi.
In Italia progetti simili sono il tour operator Logout Livenow Digital Detox, che organizza vacanze offline, e dall’autunno del 2024 anche Take a Breath, un’organizzazione di Catania che pianifica tutte le settimane due eventi in diverse città della Sicilia. Due degli organizzatori, Fernando Coppola e Lorenzo Calaciura, raccontano che a breve si espanderanno in altre grandi città del resto d’Italia come Milano, viste le molte richieste che arrivano per i loro due eventi settimanali.
Uno dei due eventi lo fanno in un giorno infrasettimanale, in un locale, ed è gratuito e aperto a tutti: le persone socializzano grazie a giochi, attività, e piccole “missioni sociali” suggerite dagli organizzatori, come trovare qualcuno con la tua stessa data di nascita. Il “Take a Breath” vero e proprio è invece una gita domenicale, in cui una decina di persone si conoscono facendo attività come surf, passeggiate a cavallo, trekking o visite in luoghi naturalistici che puntano a valorizzare il turismo locale. L’uso dei telefoni è sempre vietato.
A “Take a Breath” partecipano generalmente persone che hanno meno di trent’anni, ma c’è anche qualcuno più grande. Coppola e Calaciura dicono che i loro eventi favoriscono in questo senso anche il dialogo fra generazioni diverse.
Queste organizzazioni propongono poi di staccarsi dai telefoni anche al di fuori dei loro eventi, facendolo diventare una sorta di stile di vita. Nella sua comunicazione il tour operator italiano Logout Livenow Digital Detox propone la “disintossicazione” da internet come soluzione alla difficoltà a concentrarsi su un certo compito per un tempo prolungato o a leggere un libro senza distrarsi ogni pochi minuti.
The Offline Club pubblica sulle proprie pagine social e sul proprio sito anche idee di sfide come “24 ore offline” e propone piccoli accorgimenti per usare meno il cellulare. Ilya Kneppelhout, uno dei tre fondatori di The Offline Club, ha raccontato che ha integrato anche piccole nuove abitudini per usare meno il cellulare: lo lascia a casa quando deve fare piccole commissioni, si è comprato una sveglia per non portarselo mai in camera da letto e le notifiche sono sempre silenziate, «così decido io quando usare il cellulare, e non il contrario.»



