Il comune di Bologna darà pipe sterili alle persone dipendenti dal crack

Per ridurre le infezioni e alla lunga anche il consumo, seguendo un approccio noto come “riduzione del danno”

Una veduta di Bologna dalle Due Torri Garisenda e Asinelli, 30 marzo 2016 (David Silverman/Getty Images)
Una veduta di Bologna dalle Due Torri Garisenda e Asinelli, 30 marzo 2016 (David Silverman/Getty Images)
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Il comune di Bologna ha detto di voler distribuire pipe sterili monouso alle persone che fanno uso di crack. Il crack è una sostanza ricavata dalla cocaina, che non si sniffa ma si fuma, costa meno della cocaina ma è più pericolosa. A Bologna, come in altre città in Italia e all’estero, il suo consumo è in aumento.

L’iniziativa del comune è un esempio dell’approccio conosciuto come “riduzione del danno”, che si basa sull’assunto che è complicato impedire del tutto l’uso pericoloso di sostanze e che l’importante è prevenire gli effetti peggiori connessi, per esempio patologie secondarie e infezioni. Queste vengono contratte perché spesso il crack è fumato dentro bottiglie di plastica, lattine o comunque contenitori poco igienici che vengono usati da più persone. Da qui l’idea di pipe sterili monouso.

Bologna ha una lunga tradizione di adesione a questo approccio: tra le altre cose fu tra le prime città italiane a distribuire le siringhe sterili monouso alle persone che consumavano eroina alla fine degli anni Novanta. L’idea delle pipe ricalca un po’ quel modello, punta a tutelare la salute di chi fa uso di crack e al contempo a ridurne il consumo, provando a costruire una relazione di fiducia che permetta alle persone che lo vogliono di chiedere aiuto, e quindi di iniziare un percorso terapeutico.

Per un percorso di questo tipo serve tempo. L’assessora comunale al Welfare e alla Sicurezza, Matilde Madrid, dice che quella del crack è «un’emergenza sanitaria» che riguarda moltissime città, non solo Bologna. Dice che la distribuzione delle pipe non è una soluzione definitiva, ma ha i suoi benefici. Il comune aveva cominciato a sperimentarla all’inizio del 2024, coinvolgendo 40 persone con dipendenza. Madrid spiega che il progetto è stato elaborato insieme a un gruppo di epidemiologi dell’università di Bologna e in seguito allo studio di quello che stanno facendo altre città in Europa per affrontare il problema, come Barcellona, oltre che della letteratura scientifica sul tema.

I primi risultati sono stati buoni, nel senso che la salute delle persone che hanno usato le pipe monouso è migliorata, molti hanno detto di aver ridotto il consumo di crack e hanno chiesto di accedere a un percorso terapeutico. Ora il comune sta lavorando per distribuire le pipe a molte più persone: ci vorrà qualche settimana, dice Madrid.

Marina Padula, coordinatrice dell’area di prossimità che si occupa di contrasto all’emarginazione adulta dell’Asp Bologna (Azienda pubblica di servizi alla persona), dice che l’aumento del consumo di crack per strada si vede da circa tre anni in certe zone di Bologna. «Incontriamo persone anche giovani, in prevalenza uomini, italiani e stranieri. Ci sono anche giovani donne. Consumano nei dintorni della stazione e in alcune periferie, dove si spaccia. Sono tutte persone che vivono nella cosiddetta marginalità», spiega.

A Bologna il consumo di crack si vede specialmente in un quartiere, che si sviluppa dietro la stazione centrale, a nord del centro storico. Si chiama Bolognina ed è una zona di tradizione operaia, oggi abitata da molti residenti di origini straniere, dove hanno sede molte associazioni e collettivi nati dal basso. Il problema qui è molto sentito e da mesi i residenti si dicono preoccupati. I controlli della polizia sono aumentati, ma per alcuni non basta. «Se c’è la polizia per strada, il consumo si sposta semplicemente nelle corti condominiali e nelle cantine», dice Luca De Simone, membro della rete Bolognina Antifascista. Da mesi Bolognina Antifascista chiede di aumentare servizi, spazi e fondi per le associazioni che nel quartiere si occupano di persone con dipendenze da sostanze.

Di recente il comune ha stanziato circa 220mila euro per riqualificare alcuni spazi in disuso della Bolognina e integrare le unità di strada con personale sanitario.

Nei primi sei mesi del 2025 il SerDP di Bologna, il servizio per le dipendenze patologiche, ha preso in carico 518 persone per consumo di crack, di cui 134 non erano mai state seguite prima. La maggior parte sono uomini (circa l’80 per cento), con un’età media di 40 anni. Nel 2024 le persone in carico per crack erano state 456 (su un totale di 2.534 persone seguite per abuso di sostanze stupefacenti illegali), nel 2023 erano 353. A questi numeri va aggiunta però una quota di persone che non si rivolgono ai servizi di assistenza, ed è per questa ragione che gli operatori sociali ritengono sia indispensabile investire nei servizi cosiddetti a bassa soglia, che promuovono cioè la riduzione del danno facilitando l’accesso delle persone. Degli esempi sono appunto la distribuzione di siringhe o pipe, e l’assistenza su strada.

A Bologna molti servizi di questo tipo esistono già e sono coordinati tra gli altri appunto dall’Asp. Fuori Binario, per esempio, è una struttura gestita dalla cooperativa OPEN Group, aperta da lunedì al venerdì dove le persone possono accedere liberamente anche senza documenti. Si trova in via de’ Carracci, appena dietro la stazione, nella Bolognina, ed è un posto frequentato da persone che vivono in strada e fanno uso di sostanze. Possono fare colazione, partecipare a laboratori e attività, e avere colloqui con gli operatori cosicché chi vuole può poi essere preso in carico dal SerDP. La maggior parte delle pipe verrà distribuita in questo spazio, e in misura minore dall’unità di operatori dell’Asp che gira per strada.

Da gennaio a giugno gli accessi totali a Fuori Binario sono stati 7.406, il 44 per cento in più rispetto agli stessi mesi del 2024. In media sono entrate a Fuori Binario 62 persone ogni giorno.

Ci sono poi le unità di strada, che forniscono assistenza in vari punti della città a molte persone che non accedono a Fuori Binario. «Osservare i problemi e i bisogni dei consumatori di crack che sono stati assistiti dentro Fuori Binario e con le unità di strada ci ha permesso di raccogliere dati e informazioni utili per lavorare all’iniziativa delle pipe», dice Marina Padula dell’Asp.

Il centrodestra locale ha attaccato l’amministrazione comunale guidata da Matteo Lepore, di centrosinistra, accusandola di incentivare il consumo di sostanze. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha definito una «follia» l’iniziativa del comune di Bologna. «Dire che la droga fa male è una grande ovvietà che non risolve il problema», replica l’assessora Madrid. «Nessuno può dire oggi che le siringhe monouso sterili non abbiano contribuito a contenere effetti ulteriormente dannosi. Certo, è una questione complicata, che va spiegata. Il dibattito che si è aperto è quindi molto importante».

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