L’Italian brainrot è uscito da internet

L'assurdo filone di meme nato in Italia e diventato poi globale oggi funziona soprattutto offline, sotto forma di figurine

(Immagine tratta da Skifidol)
(Immagine tratta da Skifidol)
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Nel giro di pochi mesi il successo sui social dell’“Italian brainrot”, il filone di meme nato nella primavera del 2025 in Italia e poi diventato un fenomeno globale su TikTok, si è notevolmente ridimensionato. Ma i personaggi assurdi creati con software di intelligenza artificiale, con nomi ridicoli e forme spesso a metà tra animali e oggetti, sono stati sfruttati in altri formati che stanno raccogliendo i frutti economici di una produzione nata dentro a nicchie oscure e anonime di internet.

In tutto il mondo si è infatti cominciato a vendere oggetti ispirati ai brainrot più famosi, e in Italia sono state create diverse serie di oggetti da collezione come album di carte e figurine, che stanno avendo grande e inaspettato successo tra i bambini e i collezionisti.

L’estetica dell’Italian brainrot, soprattutto su TikTok, non è completamente scomparsa. Si vedono ancora strani video senza senso apparente in cui esseri grotteschi a metà tra coccodrilli e cacciabombardieri, elefanti con le gambe simili a cactus e le Birkenstock ai piedi, o ballerine con tazze di cappuccino al posto della testa pronunciano filastrocche volgari. Adesso in alcuni meme che li riguardano si sono aggiunti i Labubu, pupazzetti oggetto del desiderio di migliaia di persone, o animali vestiti come i personaggi di Squid Game. In altri video le animazioni sono più complesse e i personaggi interagiscono tra loro, spesso in scenette sentimentali.

Sono nate anche varianti in altri paesi, come il brainrot francese e spagnolo. Su YouTube poi vengono pubblicate canzoni rap o trap ispirate all’Italian brainrot, oltre a moltissimi contenuti per bambini, come quiz sui meme più famosi e tutorial per disegnarli. Ma il fenomeno negli ultimi mesi è uscito da internet: alcuni usano le canzoncine senza senso con la voce robotica che accompagna questi meme alle feste techno e ci sono addirittura compleanni di bambini a tema Italian brainrot.

– Leggi anche: I meme nati in Italia che stanno avendo un enorme successo su TikTok

Visto il grande successo online, in molti hanno pensato di sfruttarlo per creare degli oggetti: in tutto il mondo si vedono sia prodotti e gadget per i bambini – come peluche, modellini, giocattoli, diari per la scuola, buste di patatine con la sorpresa – ma anche magliette per adulti, vendute soprattutto nei negozi di souvenir.

La libera commercializzazione di tutti questi prodotti è stata possibile perché non si sa chi li ha inventati, e perché le regole di copyright sui contenuti creati con l’intelligenza artificiale sono ancora molto ambigue. Martino Wong, giornalista che si occupa di intelligenza artificiale e del suo impatto sulla nostra società e che ha scritto e parlato del fenomeno, dice che «per i brainrot, per come sono stati costruiti, è difficile individuare un’autorialità che sarebbe semplice da far valere a livello legale». Questo significa che potenzialmente chiunque – ed è quello che sta accadendo – può prendere l’immagine di questi animali e crearci un prodotto.

È quello che è successo in Italia: Officina Comunicazione, un’azienda di Modena di prodotti di editoria e intrattenimento, ha associato per affinità di contenuti l’Italian brainrot a un suo marchio già conosciuto, cioè Skifidol (un’altra collezione di prodotti popolarissima tra i bambini degli anni ’10). Ha quindi creato due serie di carte da collezione, uscite tra giugno e luglio. Successivamente si è unita al progetto anche Panini, la famosa azienda italiana di figurine e fumetti, che ha pubblicato un album di Italian brainrot da 300 figurine, con l’intenzione di distribuirlo anche nel resto d’Europa.

Gli edicolanti e i gestori di fumetterie sentiti dal Post in diverse città d’Italia dicono che le carte e le figurine vanno subito esaurite. In molti ne sono sorpresi perché è da anni che un prodotto di questo genere non aveva un successo così istantaneo.

Manuel Paulo Spaldi, un collezionista e gestore di una catena di negozi vicino a Roma, dice che quando sono uscite il mese scorso «i bambini sono impazziti, ce le chiedevano 20, 30 volte al giorno». Il successo è dovuto anche al carattere “trasgressivo” dei contenuti originali che circolavano su TikTok: le animazioni e le storie includevano le parolacce, «un elemento proibito» dice Spaldi, che ha attirato molto i più giovani, come le carte degli Skifidol negli anni ’10 o gli Sgorbions negli anni ’80.

La popolarità di queste carte e delle figurine è tale che le persone hanno cominciato a contattarsi per scambiarsele, come succede per le altre collezioni più tradizionali come quelle dei Pokémon. È nato un gruppo Facebook “Italian Brainrot Card Game Official” a cui sono iscritte più di 4300 persone e nel quale vengono pubblicate quotidianamente foto di fogli con liste di numeri, cioè le carte che ognuno è disposto a cedere in cambio di quelle mancanti alla propria collezione, incontrandosi di persona o spedendosele via posta o tramite Vinted.

Inoltre alcune fumetterie, negozi di giocattoli ed edicole che solitamente ospitano eventi dedicati agli scambi hanno notato che stanno cominciando a partecipare anche collezionisti delle carte dell’Italian brainrot. Lo stesso negozio dove lavora Spaldi ha organizzato un evento dedicato: visto l’enorme successo, ce ne saranno altri per tutto il mese di agosto.

Inoltre, Panini e Officina Comunicazione non hanno creato carte particolarmente “rare” o preziose, come avviene invece nel mondo del collezionismo. Questo ha fatto sì che gli scambi tra bambini siano vissuti soprattutto come un gioco, e non come una compravendita finalizzata al guadagno, come accade ad esempio con alcune carte Pokémon molto rare.