Gli indipendentisti della Nuova Caledonia hanno rifiutato l’accordo con la Francia per rendere il territorio uno stato quasi indipendente

Il Fronte di liberazione nazionale kanako e socialista (FLNKS), il principale partito indipendentista della Nuova Caledonia, ha ufficialmente rifiutato l’accordo per creare un nuovo stato nel territorio in Oceania senza però renderlo del tutto indipendente dalla Francia. Il cosiddetto “accordo di Bougival” era stato firmato il 12 luglio sia dal governo francese che da vari gruppi rappresentanti della popolazione della Nuova Caledonia, indipendentisti compresi. Tuttavia sabato, durante un congresso del partito, il FLNKS ha deciso di rifiutarlo perché non prevede la possibilità di organizzare un nuovo referendum sulla completa indipendenza del territorio dalla Francia. L’accordo deve ancora essere inserito nella Costituzione dal parlamento francese e approvato da un referendum locale prima di entrare in vigore.
L’arcipelago della Nuova Caledonia, nell’oceano Pacifico, è un’ex colonia che ora si amministra in maniera semi-indipendente dalla Francia. La sua società è fortemente divisa fra i kanak, la popolazione nativa dell’isola, un tempo maggioritaria e che ora è il 40 per cento del totale, e una componente “europea”, cioè i discendenti dei coloni e gli immigrati più recenti, provenienti per lo più dalla Francia. Negli anni scorsi nel territorio sono stati organizzati tre referendum sull’indipendenza, ma in tutti i casi ha vinto la scelta di rimanere in Francia.
Nel 2024 c’erano state violente proteste indipendentiste durate settimane: inizialmente i manifestanti avevano preso il controllo di una parte di Nouméa, la città principale, e la Francia aveva schierato l’esercito per contrastarli. Nei momenti peggiori gli scontri si erano trasformati in una specie di guerriglia urbana.
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