Alla Spezia una donna è stata uccisa dall’ex marito, il cui braccialetto elettronico “antistalking” non funzionava

La villa della Spezia dove è stata uccisa Tiziana Vinci, il 13 agosto 2025 (ANSA/LUCA ZENNARO)
La villa della Spezia dove è stata uccisa Tiziana Vinci, il 13 agosto 2025 (ANSA/LUCA ZENNARO)

Mercoledì alla Spezia una donna di 54 anni, Tiziana Vinci, è stata accoltellata e uccisa dall’ex marito, Umberto Efeso, mentre stava facendo le pulizie in una villa dove lavorava come collaboratrice domestica. Efeso, che ha 57 anni, inizialmente è scappato, ma dopo circa un’ora si è costituito ai carabinieri e ha confessato. L’uomo indossava un braccialetto elettronico “antistalking”, che però non funzionava.

Nei confronti di Efeso era stato emesso un divieto di avvicinamento dopo che Vinci lo aveva denunciato per maltrattamenti. È una misura cautelare che un giudice può disporre su richiesta di un pubblico ministero nei confronti di un indagato per imporgli di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati da una persona che lo ha denunciato per stalking o violenze.

Da giugno l’uomo era anche obbligato a portare un braccialetto elettronico, un dispositivo che in teoria permetterebbe di sorvegliare a distanza chi lo indossa e nei casi degli uomini maltrattanti di garantire la sicurezza delle donne vittime di violenza, grazie a un sistema che dovrebbe allertare le donne stesse in caso di avvicinamento. In realtà per varie ragioni questi strumenti si sono già rivelati inefficaci in diverse occasioni, ed è già successo più volte che un uomo che doveva indossarne uno abbia commesso un femminicidio.

Il braccialetto di Efeso non funzionava da più di una settimana, ha confermato l’avvocato dell’uomo.

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