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  • Martedì 12 agosto 2025

In Mali si è risolta una questione su dei preziosissimi manoscritti

Nel 2012 il governo li aveva spostati da Timbuctu per proteggerli da un gruppo islamista: ora li sta restituendo alla città, dopo varie insistenze

Un uomo mostra una pagina di un manoscritto di Timbuktu danneggiato a Bamako, la capitale del Mali, nel 2015
Un uomo mostra una pagina di un manoscritto di Timbuctu danneggiato a Bamako, la capitale del Mali, nel 2015 (AP Photo/Baba Ahmed)
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Nel 2012 più di 27mila antichi manoscritti la cui importanza è stata riconosciuta anche dall’UNESCO furono spostati dagli archivi e dalle biblioteche di Timbuctu, in Mali, e portati nella capitale Bamako.

Il governo prese questa decisione per evitare che finissero nelle mani del gruppo islamista radicale Ansar Eddine, una delle principali milizie che partecipano alla guerra civile ancora in corso, che dal 2017 si è fuso con la sezione locale di al Qaida. Ansar Eddine riuscì comunque a distruggere circa 4mila manoscritti, e fece lo stesso con diversi noti monumenti della città.

La guerra civile non è finita ma il governo centrale ha ripreso il controllo di Timbuctu da più di dieci anni. Di conseguenza le autorità politiche e religiose della città avevano chiesto più volte che i manoscritti venissero riportati indietro, per via della loro grande importanza storica e culturale. Fino a poco tempo fa non se n’era fatto niente, anche perché nella regione la sicurezza è rimasta piuttosto precaria; lunedì però la giunta militare che controlla il governo centrale ha annunciato di avere iniziato a riportarli a Timbuctu.

I manoscritti del corpo di Timbuctu sono stati realizzati a partire dal Tredicesimo secolo. Nessuno sa esattamente quanti siano, anche perché molti sono conservati in biblioteche private: secondo stime affidabili soltanto quelli privati sono circa 350mila. I 27mila manoscritti che erano stati trasferiti a Bamako sono fra quelli considerati più antichi e preziosi.

Trattano di una varietà enorme di argomenti: oltre a testi religiosi, ci sono libri di botanica, matematica, astronomia, medicina, oltre a libri di poesia, di grammatica, di formule magiche, a volte espressi in forma di dialogo su modello di quelli scritti dal filosofo greco Platone. Gran parte dei manoscritti è scritta nelle lingue parlate nella regione, come il fulani e il songhai, usando la grafia araba. Alcuni, invece, sono composti in ebraico.

Il fatto che per secoli siano stati scritti e conservati a Timbuctu testimonia la grande importanza culturale, spirituale e commerciale che ha avuto a lungo la città, situata nel confine meridionale del deserto del Sahara all’incrocio di diverse rotte commerciali. Per molto Timbuctu è stata una delle principali capitali culturali dell’Africa occidentale; ci vivevano moltissimi intellettuali, ed era la sede di diverse università.

Nel corso degli ultimi due secoli è capitato spesso che gli abitanti di Timbuctu nascondessero i manoscritti, per evitare che venissero rubati o danneggiati. Fu così anche nel 2012: dopo che Ansar Eddine conquistò la città, diversi bibliotecari si organizzarono per trasportare di nascosto questi documenti fino a Bamako, nascondendoli dentro sacchi di riso o barili di benzina vuoti e trasportandoli di notte, in alcuni casi utilizzando degli asini, per centinaia di chilometri fino a Bamako.

Negli anni scorsi diverse attività sono state fatte per preservare i manoscritti: una parte è stata anche digitalizzata. Il governo ha detto che continuerà a trasportare i manoscritti in aereo anche nei prossimi giorni. Ha anche spiegato che riportare i manoscritti a Timbuctu è necessario per proteggerli dall’umidità di Bamako: Timbuctu, infatti, si trova in una regione arida, e questo dovrebbe permettere di conservarli meglio.