È morto Gianni Berengo Gardin

Era uno dei più grandi fotografi italiani, aveva 94 anni

Gianni Berengo Gardin all’inaugurazione della mostra “Il volto della follia” a Palazzo Magnani, Reggio Emilia, 15 giugno 2005
(Ferdinando Scianna/Magnum Photos/contrasto)
Gianni Berengo Gardin all’inaugurazione della mostra “Il volto della follia” a Palazzo Magnani, Reggio Emilia, 15 giugno 2005 (Ferdinando Scianna/Magnum Photos/contrasto)
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Gianni Berengo Gardin, uno dei più noti e stimati fotografi e fotoreporter italiani di sempre, è morto a 94 anni. Era molto conosciuto per il suo grande lavoro di documentazione e racconto dell’Italia, in particolare attraverso reportage di indagine sociale che hanno fatto la storia del fotogiornalismo raccontando la vita nelle fabbriche, le comunità rom e i problemi causati dalle navi da crociera a Venezia, tra le altre cose.

Nel 1969 per esempio aveva fotografato le persone ricoverate nei manicomi italiani insieme a Carla Cerati: le loro fotografie, pubblicate nel libro Morire di classe (Einaudi) con testi scelti dallo psichiatra Franco Basaglia, avevano contribuito a far conoscere alla maggior parte degli italiani le condizioni di vita nei manicomi. Alla fine degli anni Settanta invece lavorò con Luciano D’Alessandro alle fotografie di Dentro le case (1977, Electa) e Dentro il lavoro (1978, Electa), che mostravano la vita quotidiana nelle case delle grandi città italiane e negli stabilimenti industriali.

Berengo Gardin iniziò la sua carriera di fotogiornalista negli anni Cinquanta, lavorando per la rivista Il Mondo di Mario Pannunzio. Da allora fotografò quasi esclusivamente in bianco e nero, sempre su pellicola e principalmente con macchine fotografiche Leica, a cui il suo nome è stato spesso associato. Nel 2017 ricevette il Leica Hall of Fame Award, un premio internazionale della storica azienda produttrice di fotocamere, che in precedenza era stato assegnato a Steve McCurry, Sebastião Salgado, Nick Út e Joel Meyerowitz.

– Guarda anche: Alcune foto della mostra Come in uno specchio

Nel corso della sua carriera pubblicò più di duecento libri fotografici, alcuni dei quali dedicati al lavoro di artisti come il pittore Giorgio Morandi o di architetti come Carlo Scarpa e Renzo Piano. Nel 1973 invece collaborò con lo scrittore e poeta Cesare Zavattini per Un paese vent’anni dopo, dedicato a Luzzara, in provincia di Reggio Emilia: il libro era il seguito di Un paese, che Zavattini aveva fatto con il fotografo statunitense Paul Strand nel 1955. I due progetti fotografici mostrano i cambiamenti sociali avvenuti in un piccolo paese (quello dove Zavattini era cresciuto) negli anni in cui l’Italia divenne un paese industrializzato.

Berengo Gardin è morto il 6 agosto ma la notizia della morte è stata diffusa solo giovedì.