In Georgia una giornalista che contestava il governo è stata condannata a due anni di carcere

Mzia Amaghlobeli dietro le sbarre in un tribunale
La giornalista georgiana Mzia Amaghlobeli durante un'udienza di tribunale a Batumi, in Georgia, il primo febbraio 2025; in mano tiene una copia del libro Come resistere a un dittatore della giornalista filippina e vincitrice del premio Nobel per la Pace Maria Ressa (Fermo-immagine da una trasmissione di Formula TV via AP)

Il tribunale di Batumi, in Georgia, ha condannato la giornalista Mzia Amaghlobeli, fondatrice dei siti di informazione Batumelebi e Netgazeti, a due anni di carcere per aver schiaffeggiato il capo della polizia della città durante una manifestazione contro il governo. L’accusa è di aver opposto resistenza, minacciato e usato violenza contro un membro delle forze dell’ordine. I politici di opposizione a Sogno Georgiano, il partito filorusso che governa in maniera autoritaria la Georgia dal 2012, e gli attivisti per la democrazia dicono che la sentenza è ingiusta e dovuta alle idee di Amaghlobeli, e che fa parte della repressione del dissenso che il governo compie dalle grandi proteste dello scorso autunno contro i risultati delle ultime elezioni.

A giugno quattro leader di partiti di opposizione erano stati condannati a pene comprese tra i sette e gli otto mesi di carcere e al divieto di ricoprire incarichi pubblici per due anni perché si erano rifiutati di testimoniare in una commissione parlamentare usata da Sogno Georgiano per bandire il partito dell’ex presidente Mikheil Saakashvili. Lo stesso Saakashvili è stato condannato a oltre dieci anni di carcere per accuse che sia le opposizioni sia le organizzazioni internazionali ritengono politicamente motivate.

Amaghlobeli era stata arrestata due volte nelle proteste antigovernative degli scorsi mesi. La seconda volta aveva avuto uno scontro verbale con alcuni agenti di polizia, dopo il quale c’era stato lo schiaffo al capo della polizia di Batumi: la giornalista ha raccontato che l’uomo aveva reagito insultandola e facendole minacce di carattere sessuale. Amaghlobeli ha anche accusato la polizia di averla maltrattata fisicamente durante la carcerazione.

Ora Batumelebi rischia di chiudere perché lo Stato ha bloccato i conti bancari della testata.