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  • Mercoledì 6 agosto 2025

Nel Lazio c’è un sistema di sfruttamento dei bagnini

Vengono impiegati soprattutto ragazzi senza esperienza, pagati in parte in nero e spesso con brevetti falsi

di Angelo Mastrandrea

Un bagnino in spiaggia a Ostia (Angelo Mastrandrea/Il Post)
Un bagnino in spiaggia a Ostia (Angelo Mastrandrea/Il Post)
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In teoria è impossibile ottenere il brevetto da bagnino in pochi giorni: bisogna seguire un corso che dura tre mesi e poi sostenere un esame. Eppure nel Lazio succede, secondo diverse testimonianze raccolte dal Post. Sono brevetti contraffatti, usati per arruolare ragazzi molto giovani e senza esperienza che vengono poi impiegati come bagnini – quindi direttamente nel salvataggio delle persone in mare – o come sostituti nel caso in cui un bagnino si ammali o debba comunque assentarsi dal lavoro.

«Alcune persone ci hanno raccontato che durante i colloqui di lavoro vengono proposti brevetti facili, reperibili in pochi giorni, senza bisogno di seguire le lezioni e di fare la prova finale», racconta Gianfranco Cartisano, segretario di Latina del sindacato Uiltucs (Unione italiana lavoratori turismo commercio e servizi). Uno di questi alla metà di giugno ha registrato di nascosto un colloquio di lavoro con un imprenditore di Terracina che stava reclutando bagnini per le spiagge libere e gli stabilimenti balneari del basso Lazio. Il Post è in possesso della registrazione, che dura 23 minuti.

L’uomo che ha registrato il colloquio ha 48 anni e una lunga esperienza da bagnino; ha chiesto di non divulgare il suo nome, per maggiore leggibilità lo chiameremo M. Nel colloquio che ha registrato, l’imprenditore dice di impiegare centinaia di persone tra la Campania e il Lazio, da Mondragone (in provincia di Caserta) fino a Latina. Cita alcune società e cooperative che farebbero capo a lui e che gestiscono il controllo delle spiagge libere e di quelle in concessione tra il litorale laziale e quello casertano. Il Post ha verificato che queste società esistono: non sono direttamente di proprietà dell’imprenditore, ma sono tutte in qualche modo legate a lui.

La spiaggia di Ostia (Angelo Mastrandrea/Il Post)

Nel colloquio l’imprenditore chiede a M. di lavorare per lui ma anche di aiutarlo a trovare dei giovani da impiegare sulle spiagge: «Mi serve una mano per partire subito a Terracina, ragazzi di 16, 17, 18 anni, basta che sanno nuotare». In cambio gli offre uno stipendio di 1.800 euro al mese per 9 ore di lavoro al giorno, «8 in busta paga, il resto capisci a me», cioè in nero, più un rimborso spese per la benzina. Non precisa se i 1.800 euro siano netti o lordi, ma è una condizione presentata come molto vantaggiosa (con solo un’ora al giorno pagata in nero) proprio perché offerta in cambio di un aiuto nel reclutamento.

L’imprenditore racconta poi che da lì a pochi giorni sarebbe andato a Napoli «a fare 10 brevetti» da bagnino per i nuovi arrivati. Spiega che il documento costa 600 euro e «se non hanno i soldi per pagarli glieli diamo noi», poi li detrarrà dai primi stipendi. Per quanto riguarda la paga, sostiene che «a noi molti ragazzi chiedono 6 ore, 7 ore in busta paga, il resto a parte, in nero». Conclude: «Tu mi mandi i ragazzi nuovi, poi ci metto un attimo».

Alla Federazione Italiana Nuoto, il principale ente che rilascia i brevetti da bagnino, spiegano che è impossibile ottenere l’abilitazione in così poco tempo e che rispetto a qualche anno fa è molto più difficile truffare il sistema. Un decreto approvato alla fine di giugno del 2024 ha stabilito che bisogna seguire un ciclo di lezioni tenute da istruttori della Federazione Italiana Nuoto o della Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee. Chi vuole organizzare un corso deve inviare una comunicazione alla Capitaneria di Porto 30 giorni prima dell’inizio; al termine del corso gli aspiranti bagnini devono sostenere un esame. Il brevetto va poi rinnovato ogni 5 anni.

I bagnini sono lavoratori che si occupano del salvataggio delle persone in mare in modo professionale. Il loro compito principale è sorvegliare un tratto di spiaggia fronte mare (per legge non superiore a 80 metri), prevenire eventuali rischi e far applicare le ordinanze della Capitaneria di Porto: nel comune laziale di Terracina, per esempio, vietano di giocare con i palloni in acqua e di far nuotare i cani. Lungo le coste italiane lavorano circa 15mila bagnini, in gran maggioranza maschi. Nel Lazio, secondo stime informali dell’Associazione nazionale assistenti bagnanti (ANAB), sono circa 700.

La spiaggia di Ostia (Angelo Mastrandrea/Il Post)

Alla Capitaneria di Porto di Terracina confermano di essere a conoscenza di sistemi per contraffare i brevetti. Spiegano che per scoprire se un tesserino è falso di solito basta scannerizzare il codice QR che c’è sopra: se è regolare, si collega a una pagina web che ne certifica la validità, altrimenti è falso. Quando accade, i possessori vengono denunciati e diffidati dal continuare l’attività. La Capitaneria fa dei controlli periodici sulle spiagge: dice che l’anno scorso sono stati trovati diversi bagnini col brevetto falso, mentre in questa stagione a Terracina finora nessuno.

Secondo i sindacati storie come quella di M. e dell’imprenditore che ha registrato non sono isolate. In tutte le spiagge del basso Lazio, dicono, i bagnini sono gestiti da una rete di cooperative e società che reclutano i lavoratori promettendo di ottenere facilmente i brevetti e poi offrono il servizio di sorveglianza delle spiagge agli stabilimenti balneari, che così non devono assumere direttamente il personale.

In questa condizione, i bagnini sono pagati in media poco meno di 900 euro netti al mese, sono impiegati per 10 ore al giorno tutti i giorni della settimana, senza giorno libero, senza ferie e senza permessi per malattia, con contratti a volte in nero e più spesso “in grigio”, come viene definita la formula in cui un certo numero di ore viene pagato regolarmente e altre invece no (e quindi con meno contributi versati rispetto al lavoro effettivamente svolto, meno trattamento di fine rapporto, ecc.).

«Abbiamo individuato una ventina tra società e cooperative che negli ultimi anni hanno reclutato centinaia di spiaggini, cioè gli addetti alla sistemazione di sdraio e ombrelloni, camerieri per i bar e bagnini per le spiagge libere e gli stabilimenti balneari, pagando loro stipendi da fame», racconta Cartisano. Le definisce «società fantasma» che «a fine stagione scompaiono (cioè falliscono o non risultano più attive, ndr) e l’anno successivo si ripresentano con un altro nome, sempre gestite dalle stesse persone».

La spiaggia di Ostia (Angelo Mastrandrea/Il Post)

«In alcuni casi abbiamo accertato che i lavoratori, di solito ragazzi alla prima esperienza, erano costretti a restituire agli intermediari il 20 per cento del salario», dice ancora Cartisano. La Uiltucs ha raccolto diverse denunce e ha presentato un esposto alla procura di Latina, che sta indagando per capire se i brevetti promessi sono falsificati o autentici – e quindi come vengano ottenuti – e per verificare se ci siano casi di sfruttamento del lavoro e di intermediazione illecita, cioè di caporalato.

Terenzio Silvano, presidente dell’ANAB del Lazio, dice che le paghe dei bagnini decrescono man mano che si va verso sud: nel Lazio la media è di 6 euro all’ora, in Calabria di 4 euro, mentre in Versilia e sulla costa romagnola si arriva anche a 10 euro. «Il problema è che con questi compensi gli imprenditori fanno fatica a trovare personale e per questo si rivolgono a ragazzi molto giovani a cui prospettano un lavoretto di poco conto e un brevetto facile», dice.

Andrea Montebugnoli, 33 anni, ha una laurea in Scienze motorie e fa il bagnino sulla spiaggia di Terracina. Dice che ha sempre lavorato con contratti che definisce «fasulli», cioè senza gli straordinari, la tredicesima, la quattordicesima e il trattamento di fine rapporto (TFR), come prevederebbe invece il contratto nazionale del turismo. Mostra il brevetto da assistente bagnanti, rilasciato dalla Federazione Italiana Nuoto, e dice che «dall’inizio della stagione in spiaggia gira la voce che se conosciamo qualcuno che vuole venire a lavorare possiamo segnalarlo, e in quattro giorni da Napoli gli fanno avere l’abilitazione da bagnino».

Il brevetto da bagnino mostrato da Montebugnoli (Angelo Mastrandrea/Il Post)

Un suo collega, P., un bagnino di 44 anni che chiede di restare anonimo, racconta che all’inizio della stagione è andato di persona in uno stabilimento a cercare lavoro, senza rivolgersi a nessun intermediario: ma «quando ho detto che volevo mille euro al mese più la tredicesima il titolare mi ha risposto che volevo fare il sindacalista». Alla fine non è stato assunto.

Nell’autunno del 2024 i due hanno denunciato all’Ispettorato del Lavoro il loro precedente datore di lavoro. Erano stati assunti da una cooperativa che aveva ottenuto in appalto dal Comune il controllo delle spiagge libere e forniva i lavoratori a gran parte degli stabilimenti balneari della zona. «Gestivano tutta la costa, da Latina a Sperlonga, se volevi lavorare dovevi rivolgerti a loro», racconta Montebugnoli. La cooperativa era gestita da una nipote dell’imprenditore che, nel colloquio registrato da M., prometteva brevetti da bagnino in pochi giorni. «Ogni giorno venivo mandato in uno stabilimento diverso, mi cambiavano i turni all’improvviso comunicandomelo all’ultimo momento e mi facevano lavorare sette giorni su sette», racconta P.

Ad agosto non furono pagati, e neppure a settembre. Quando chiesero spiegazioni, risposero che risultavano assunti da un’altra società con sede in un comune del casertano, ma con la quale loro non avevano mai avuto a che fare. La contattarono ma non li pagò neppure questa. A fine stagione non riuscirono più a contattare nessuna delle due società. I due bagnini si erano rivolti quindi all’Ispettorato del Lavoro di Latina, che all’inizio del 2025 ha imposto agli stabilimenti balneari di pagare ai due lavoratori gli stipendi arretrati e la differenza rispetto al contratto nazionale del turismo che non era stato applicato, più o meno 4mila euro ciascuno.

Quest’anno il gestore del lido li ha assunti direttamente, con regolari contratti part-time da giugno a settembre che prevedono un compenso lordo di 900 euro per 5 ore di lavoro al giorno, tutti i giorni tranne la domenica. Negli ultimi mesi, 80 bagnini del basso Lazio reclutati dalle cooperative si sono rivolti all’Ispettorato del Lavoro, con l’assistenza della Uiltucs, per denunciare mancati pagamenti e le cattive condizioni di lavoro. Finora in 54 hanno ottenuto un risarcimento, mentre altre 25 denunce sono ancora in fase di accertamento.