Nel febbraio del 2026 in Bangladesh ci saranno le prime elezioni dalle proteste che causarono la fuga della prima ministra Sheikh Hasina

Muhammad Yunus, primo ministro ad interim del Bangladesh (AP Photo/Altaf Qadri)
Muhammad Yunus, primo ministro ad interim del Bangladesh (AP Photo/Altaf Qadri)

Il primo ministro ad interim del Bangladesh Muhammad Yunus ha annunciato che nel febbraio del 2026 si terranno nuove elezioni: saranno le prime dalle grandi proteste antigovernative che nell’agosto del 2024 causarono le dimissioni e la successiva fuga dell’ex prima ministra Sheikh Hasina. A giugno Yunus aveva detto che le elezioni si sarebbero svolte ad aprile, ma diversi partiti avevano chiesto di anticiparle a prima dell’inizio del Ramadan, il mese sacro per i musulmani, che comincerà il 17 febbraio.

– Leggi anche: Muhammad Yunus, il premio Nobel che guida il nuovo governo in Bangladesh

Le proteste erano cominciate nel luglio del 2024 come mobilitazioni studentesche contro il sistema di quote negli impieghi pubblici riservate ai familiari dei reduci della guerra di indipendenza dal Pakistan del 1971. In Bangladesh i posti di lavoro pubblici sono pochi e molto ambiti e il sistema era ritenuto discriminatorio dagli studenti. Dopo qualche settimana la Corte Suprema lo aveva ridimensionato e modificato, ma le proteste si erano allargate ad altre fasce della popolazione, e si erano rapidamente trasformate in una rivolta contro il governo.

Hasina ordinò una violenta repressione delle proteste: secondo diverse stime negli scontri con la polizia furono uccisi più di 600 manifestanti, e almeno 11mila furono arrestati. A inizio agosto la prima ministra si dimise e lasciò il paese a bordo di un elicottero militare, fuggendo in India. A capo del governo fu nominato Yunus, economista e premio Nobel per la Pace nel 2006.

Hasina ha 77 anni e governava dal 2009, dopo aver già governato tra il 1996 e il 2001. Nel tempo la sua figura era diventata molto controversa: nonostante avesse sempre combattuto le dittature militari e si fosse impegnata a promuovere politiche a favore delle donne e delle fasce più povere della popolazione, il suo governo era diventato sempre più autoritario.