La nuova storia di Indagini: l’omicidio dei coniugi Maso
Il 17 aprile 1991 quattro ragazzi uccisero i genitori di uno di loro, in uno dei casi di cronaca più discussi degli anni Novanta

Alle due e dieci di notte un ragazzo di 19 anni suonò alla porta di una casa. Disse: «È successo qualcosa, sono rientrato ora e ho visto due gambe oltre la porta…».
Iniziò così una delle storie di cronaca che più hanno segnato gli anni Novanta: l’omicidio di una coppia, Antonio Maso e Rosa Tessari, uccisi dal figlio Pietro e da tre suoi amici. Le indagini furono veloci: i quattro ragazzi, tra i quali un minorenne, avevano lasciato tracce evidenti.
Le due nuove puntate di Indagini ripercorrono la storia di quel delitto, che suscitò fortissima emozione in tutta Italia con lunghe analisi e discussioni negli studi televisivi e sui giornali, soprattutto per il movente dichiarato dai quattro esecutori del delitto: l’eredità dei coniugi Maso che avrebbe garantito al figlio Pietro e ai suoi amici-complici la possibilità di mantenere un alto tenore di vita. Fu soprattutto la figura del figlio delle due vittime, Pietro, a essere al centro dell’attenzione pubblica. Si parlò a lungo del suo atteggiamento al processo, che venne descritto come disinteressato e freddo. Pietro Maso iniziò a ricevere in carcere lettere di ammiratrici e ammiratori e anche questo fu al centro delle discussioni, così come suscitò forti polemiche la perizia psichiatrica effettuata dal professor Vittorino Andreoli, che analizzò in maniera estremamente critica il contesto territoriale in cui i quattro ragazzi erano cresciuti.
Al termine del processo i quattro ragazzi non furono condannati al massimo della pena perché fu riconosciuto il vizio parziale di mente che invece Andreoli, aveva escluso. Anche questo provocò reazioni.
La vicenda di Montecchia di Crosara tornò periodicamente sulle pagine dei giornali anche per ciò che accadde anni dopo, quando Pietro Maso uscì dal carcere e fu di nuovo al centro dell’attenzione.



