La Brown University ha fatto un accordo col governo statunitense per avere i fondi federali che Trump aveva minacciato di bloccare

La Brown University, prestigiosa università statunitense, ha annunciato di aver fatto un accordo col presidente statunitense Donald Trump per sbloccare i fondi federali che il governo aveva minacciato di sospendere qualche mese fa. È la terza università in un mese ad aver fatto un accordo di questo tipo con Trump, che da quando si è insediato sta conducendo un’aggressiva campagna contro gli atenei, minacciandoli di cancellare miliardi di dollari in fondi pubblici alla ricerca se non concederanno al governo il potere di influenzare programmi, criteri di ammissione, ricerca e l’amministrazione dei campus.
Lo scorso aprile l’amministrazione Trump aveva detto di voler bloccare 510 milioni di dollari di fondi destinati alla Brown, e da allora l’università aveva parlato più volte delle difficoltà economiche a procedere in assenza di fondi. L’accordo di mercoledì ha durata triennale e prevede che l’amministrazione Trump assicuri alla Brown l’erogazione dei finanziamenti ad alcune condizioni, tra cui che l’università destini 50 milioni di dollari allo sviluppo di nuova forza lavoro all’interno del Rhode Island, lo stato in cui si trova: l’obiettivo, dice l’accordo, è garantire che l’università contribuisca all’economia locale. L’accordo include anche l’impegno della Brown a combattere l’antisemitismo al suo interno: è un’accusa che il governo di Trump ha spesso rivolto alle università statunitensi quando ci sono state proteste contro i bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza.
Il governo di Trump si impegna a non utilizzare l’accordo per influenzare i contenuti degli insegnamenti della Brown: al tempo stesso, a differenza della Columbia University, la Brown non ha nominato un osservatore indipendente per gestire l’accordo, e dovrà quindi lavorare direttamente col governo.
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