All’approvazione del ponte sullo Stretto mancano “pochi giorni” da oltre un anno
L'ultima promessa di Matteo Salvini è che si farà ad agosto

Pochi minuti prima della riunione del consiglio di amministrazione della società Stretto di Messina, a cui il governo ha affidato la realizzazione del ponte sullo Stretto, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha detto che l’obiettivo è approvare il progetto definitivo nella prossima settimana e aprire i cantieri entro l’estate. Non è la prima volta che Salvini pronuncia queste parole. Da oltre un anno infatti manca poco all’approvazione del progetto, un passaggio indispensabile per iniziare le procedure di esproprio e aprire i cantieri.
Questo passaggio dipende dal Cipess, il comitato per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, un organo interministeriale a cui spetta approvare definitivamente la spesa per la costruzione di grandi opere pubbliche. Nel caso del ponte sullo Stretto è una decisione molto importante visto che il governo ha destinato alla sua costruzione 13,5 miliardi di euro.
Dopo l’approvazione del Cipess le procedure non sono comunque finite. La delibera dovrà passare alla Ragioneria dello Stato e infine alla Corte dei Conti per un controllo più formale, prima di essere pubblicata nella Gazzetta Ufficiale. Mediamente le delibere del Cipess ci mettono circa due mesi per essere pubblicate in Gazzetta e quindi diventare esecutive. Solo a quel punto il progetto potrà iniziare.
Martedì la società Stretto di Messina ha approvato alcuni atti relativi ai contratti con Eurolink, il consorzio di imprese guidato da Webuild a cui è stata affidata la costruzione del ponte. Sono atti secondari, molto meno importanti della riunione del Cipess che però non è stata ancora fissata.
Fino a qui siamo esattamente al punto dell’estate scorsa. Da allora, anzi addirittura fin dalla primavera del 2023, sia il ministro Salvini che la società Stretto di Messina hanno fissato scadenze mai rispettate. Stando alle dichiarazioni, i cantieri avrebbero dovuto aprire nell’estate del 2024, poi entro il 2024, poi nella primavera del 2025, poi entro giugno, poi entro luglio e ora entro l’estate del 2025.
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Nel maggio del 2023, durante la conferenza stampa di presentazione del decreto del governo con cui è stata rifinanziata la società Stretto di Messina, Salvini disse che l’obiettivo era aprire i cantieri nell’estate del 2024: «È un impegno che in questo momento siamo assolutamente in grado di mantenere». Le aspettative si ridimensionarono nel giro di pochi mesi. A quel punto iniziarono i continui rinvii che dalla fine del 2024 non hanno riguardato solo i cantieri, ma anche l’approvazione del Cipess, data per certa entro la fine dello scorso anno.
Alla fine di marzo, parlando alla Camera, Salvini ha evitato di dare riferimenti temporali precisi. Ha detto che il progetto sarebbe approdato «presto» al Cipess. Il 21 maggio era toccato ad Alessandro Morelli, sottosegretario con delega al Cipess, fissare una nuova scadenza: «Entro un paio di settimane riusciremo a chiudere il percorso burocratico, mettendo il timbro notarile del Cipess». Lo scorso 24 giugno di nuovo Salvini ha parlato dell’approvazione del progetto «entro luglio».
Martedì è arrivata una nuova previsione, data per definitiva sempre da Salvini. Entro la fine di questa settimana, ha detto il ministro, ci sarà una riunione definita “pre Cipess”, mentre l’approvazione vera e propria è attesa entro la fine della prossima settimana. Il giorno della riunione non è stato ancora fissato.
Sempre martedì Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina, ha detto che con l’approvazione del Cipess arriverà anche la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera che consentirà di avviare gli espropri. Secondo i piani, dovrebbero essere abbattute circa 250 case nella zona di Torre Faro, all’estremità del promontorio a Nord di Messina. «Si partirà con gradualità, secondo il piano pubblicizzato nei mesi scorsi, e con la massima attenzione nei confronti degli espropriandi», ha detto Ciucci nel tentativo – vano – di rassicurare le persone che da anni si oppongono agli espropri e alla costruzione del ponte.
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