Il film d’animazione sul k-pop al primo posto della classifica globale di Netflix
“KPop Demon Hunters” è americano ma ambientato in Corea del Sud, e la sua colonna sonora è ascoltatissima su Spotify

Nelle prime venti posizioni della classifica globale dei brani più ascoltati di Spotify oggi ci sono quattro canzoni delle Huntr/x (letto “Huntrix”), il trio di cantanti k-pop immaginarie protagoniste del film di animazione per bambini: KPop Demon Hunters, prodotto negli Stati Uniti da Sony Pictures Animation e Netflix.
È uscito sulla piattaforma di streaming lo scorso 20 giugno e da allora ha avuto grande successo in tutto il mondo, compresa l’Italia, dove adesso è al quarto posto dei contenuti più visti di Netflix. Il film ha generato un interesse tale che sui social si vedono fan art (cioè disegni o illustrazioni ispirati ai personaggi), video che mostrano le scene o le battute più amate, ricreano le coreografie delle canzoni e imitano gli outfit delle protagoniste. È un successo notevole soprattutto se si pensa che è un prodotto originale (cioè non è adattato da fumetti, libri o serie di successo) e che è pensato per un pubblico di bambini.
In realtà il fatto che sia un film per bambini su Netflix potrebbe aver contribuito a dargli una spinta iniziale, visto che la piattaforma non è in generale fornitissima di questi contenuti. Il film però è stato apprezzato anche da adolescenti e adulti per come è stata costruita la trama, che bilancia momenti carichi di emotività tipici delle serie tv e film coreani (i cosiddetti k-drama) con quelli di azione e di comicità, senza risultare troppo banale.
La storia è ambientata a Seul, la capitale della Corea del Sud, e parla di un gruppo di idol coreane (come vengono chiamate le pop star locali) che sono segretamente anche delle cacciatrici di demoni. Il loro obiettivo è costruire uno scudo luminoso dorato, alimentato dalle proprie voci, per proteggere il mondo dai demoni. I cattivi del film sono i Saja Boys, una boy band rivale di cinque demoni travestiti da cantanti di k-pop, che vogliono usare a loro volta la musica per distruggere lo scudo e liberare i demoni nel mondo.
Sui social, dove molti hanno pubblicato video in cui analizzano e condividono la loro opinione sul film, è stato apprezzato anche il modo in cui vengono presentati e trattati temi delicati come i traumi generazionali (cioè quelli che vengono trasmessi dai genitori ai figli), l’accettazione dei propri difetti e il sentimento di odio ingiustificato verso un gruppo di persone.
Il punto forte del film però è sicuramente la colonna sonora: le canzoni sono talmente orecchiabili da sembrare brani veri di gruppi k-pop, un genere che da alcuni anni riscuote enorme successo in tutto il mondo. Non sono canzoni “da cartone animato”, ma brani ascoltabili nella vita quotidiana, come dimostrano le classifiche di Spotify.

(Netflix/Courtesy Everett Collection/Contrasto)
Per il doppiaggio la produzione statunitense ha scelto solo attori con origini coreane, più o meno lontane. Alcuni di loro sono già famosi per la partecipazione in altri film e serie tv: Ken Jeong (Leslie Chow in Una notte da leoni), Daniel Dae Kim e Yunjin Kim (marito e moglie nelle serie Lost) e Lee Byung-hun (il Front Man di Squid Game).
Anche le voci che hanno contribuito a rendere ascoltatissime le nove canzoni del film, sopratutto “Soda Pop” dei demoni Saja Boys e “Golden” delle Huntr/x – al numero uno nella classifica globale di Spotify – sono per la maggior parte di artisti di origine coreana come Kim Eun-ja, Audrey Nuna e Rei Ami, che danno voce alle tre cantanti. Il fatto che questa e le altre canzoni siano così curate da sembrare quelle di veri gruppi k-pop è il risultato di un grande investimento nella produzione della colonna sonora: sono stati ingaggiati produttori esperti dell’industria del k-pop come Teddy Park, che lavora con le Blackpink, e il compositore Lindgren, che ha lavorato con i BTS e le TWICE, tutte pop star coreane riconosciute internazionalmente.
Una delle ideatrici è la coreano-canadese Maggie Khan, che ha contribuito a inserire nella storia elementi storici e culturali sudcoreani: l’accoppiata della tigre e della gazza domestiche di uno dei demoni è un richiamo esplicito ai dipinti della pittura popolare tradizionale coreana, kkachi horangi. Le ambientazioni di molte scene fanno riferimento a veri luoghi della Corea del Sud: le mura di Seul, le Hanuiwon (cliniche mediche tradizionali coreane), la torre di Namsan e l’enorme led pubblicitario installato sulla parete esterna del centro commerciale COEX, a Seul.
Nella caratterizzazione dei personaggi – che prendono forte ispirazione da vere band di k-pop – sono stati inclusi sia elementi tradizionali che componenti più contemporanee legate allo stile e alla moda coreana. Le Huntr/x, il cui compito di protezione si avvicina a quello delle donne sciamane della cultura coreana, indossano i ciondoli tradizionali norigae su outfit molto simili a quelli dei gruppi di k-pop femminili più famosi in Corea. Inoltre, le armi che le Huntr/x brandiscono sono state disegnate seguendo gli esempi di vere armi e strumenti sciamanici storici. I Saja Boys, poi, si esibiscono con l’hanbok, l’abito tradizionale coreano.
Infine un elemento che ha attirato molti commenti è il finale inaspettato, e che lascia aperta la trama a un possibile seguito.



