Pianificare le vacanze con ChatGPT
Molte persone lo fanno e per certe cose può essere un buon punto di partenza, meno per scegliere un volo al posto vostro

Tra le domande che vengono rivolte a ChatGPT ce ne sono anche del tipo: «vorrei visitare New York con mio marito e trascorrere lì sette giorni tra il 6 e il 26 ottobre, con un budget totale di 2.500 euro: puoi aiutarmi a creare un itinerario?». Il racconto dei risultati di questo utilizzo dei chatbot è un genere popolare sui social media e sui giornali già da qualche anno, ma fino a poco tempo fa si era concentrato soprattutto sulle molte cose che potevano andare storte: calcoli sbagliati, itinerari impossibili, servizi dismessi.
Ora sia lo sviluppo di modelli linguistici più evoluti, sia la maggiore esperienza delle persone nell’uso dei chatbot hanno via via reso più utile e meno frustrante che in passato la pratica di pianificare le vacanze in pochi minuti con ChatGPT o altri strumenti equivalenti. Ne esistono anche di specifici per questo utilizzo, gratuiti e non, come Vacay, Mindtrip, Layla e GuideGeek.
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I “pianificatori” di viaggio sono pensati apposta per personalizzare gli itinerari in base al budget e al tempo disponibili, con o senza una meta in mente: tra gli utenti tipici ci sono magari persone che vogliono soltanto rilassarsi una o due settimane spendendo al massimo 500 euro. C’è chi li trova molto comodi anche solo per il fatto che permettono di pianificare viaggi all’estero senza bisogno di tradurre niente. «Le persone sono fondamentalmente disposte ad affidare quasi tutti i compiti all’intelligenza artificiale, se li rende più facili e comodi», ha detto al giornale tedesco Zeit il ricercatore austriaco Roman Egger, che si occupa di innovazioni digitali nel settore turistico e insegna alla Modul University di Vienna.
Secondo un rapporto del motore di ricerca di viaggi Omio, citato da Euronews, tra il 2023 e il 2024 la percentuale di viaggiatori europei e statunitensi che diceva che avrebbe utilizzato strumenti di intelligenza artificiale per prenotare e pianificare i viaggi nell’anno successivo è salita dal 27 al 44 per cento. In Italia, secondo dati dell’Osservatorio Travel Innovation del Politecnico di Milano, nel 2024 il 15 per cento dei viaggiatori ha utilizzato questi strumenti per cercare consigli e pianificare itinerari di viaggio, e il 29 per cento delle agenzie di viaggio li ha usati in via sperimentale.
I racconti delle esperienze con i pianificatori di viaggio basati sull’AI sono ancora piuttosto contrastanti, ma già rispetto a un anno fa sono più positivi. Secondo la rivista di viaggi Travel Tomorrow e diversi altri esperti, allo stato attuale gli operatori turistici umani sono più efficienti. Ma molto dipende anche dalla complessità della richiesta: tendenzialmente, più implica di fare ricerche varie e minuziose tutte in una volta (voli, hotel, trasferimenti e servizi complementari), più aumenta il rischio di risposte confuse o sbagliate.
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C’è anche un problema di originalità e affidabilità delle fonti consultate dai servizi: può succedere che tra i ristoranti consigliati, per esempio, ce ne siano alcuni molto frequentati e quindi affollatissimi, o altri che hanno chiuso o non sono aperti al momento del viaggio programmato. Del resto è un rischio da tenere in considerazione anche quando si programma un viaggio all’antica, senza pianificatori basati sull’AI, facendo ricerche su blog e siti di recensioni che possono essere non aggiornati o poco affidabili.
È capitato alla giornalista di Euronews Indrabati Lahiri, che durante un breve viaggio con suo marito a Tallinn, in Estonia, ha trovato chiusi definitivamente alcuni ristoranti suggeriti dai pianificatori basati sull’AI che aveva utilizzato. Per il resto se l’erano cavata abbastanza bene secondo lei, soprattutto ChatGPT, che aveva incluso tra i suggerimenti una visita alle principali attrazioni turistiche: il centro storico, la cattedrale di Aleksandr Nevskij, la torre Kiek in de Kök, il palazzo di Kadriorg, il mercato Balti Jaam e lo storico Cafe Maiasmokk.
A marzo l’esperta di tecnologia del New York Times J. D. Biersdorfer, che abita a New York dalla fine degli anni Ottanta, provò invece diversi pianificatori per vedere come se la cavavano con i viaggi a New York, appunto. Chiese a ciascuno un itinerario di viaggio per due persone dal 17 al 20 aprile, che includesse suggerimenti di un hotel economico in centro (meno di 250 dollari a notte), monumenti e musei da visitare, uno spettacolo diurno a Broadway, un’ottima pizzeria, e indicazioni ulteriori nel caso in cui ci fossero stati dei bambini.
La maggior parte dei servizi diede alcuni consigli ovvi, per esempio visitare Central Park e il Museum of Modern Art (MoMA). Altri luoghi da visitare cambiavano invece da caso a caso: il Tenement Museum, lo Strawberry Fields Memorial, Bethesda Terrace, Top of the Rock, il parco High Line, Chelsea Market. Due servizi diversi suggerirono lo stesso hotel, il Pod 51, che è in un’ottima posizione, ma supera il costo prefissato e non è molto adatto alle famiglie. Il problema più grande fu il programma irrealistico del terzo giorno, basato su una stima gravemente imprecisa del tempo necessario per gli spostamenti da un punto all’altro della città.
Un itinerario prodotto da ChatGPT può essere in generale un ottimo punto di partenza su cui lavorare, visto che quello che restituisce è quasi sempre l’itinerario turistico classico e più consigliato dalle guide per il numero di giorni indicati. Il Post ha fatto due esperimenti con un viaggio in Uzbekistan di 10 giorni e uno in Cambogia di 15, e gli itinerari erano a grandi linee quelli pensati autonomamente dai giornalisti del Post che li hanno fatti in passato, ma con molte meno cose da vedere di quelle che si possono scoprire leggendo una guida o facendo ricerche online. È quindi una buona base da arricchire, sapendo che molto è stato lasciato fuori.
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In generale, nel caso della prenotazione di voli e servizi, serve molta attenzione. Lo Spiegel ha provato Layla – che è una startup berlinese – per cercare un volo economico da Berlino a Dubai, per esempio. La conclusione a cui è arrivato è che in molti casi questi chatbot non fanno altro che appoggiarsi ad altri aggregatori e comparatori di voli, in questo caso Skyscanner, e restituire la soluzione giudicata più vantaggiosa, tralasciando però informazioni che con una ricerca direttamente su Skyscanner sarebbero state chiare fin da subito. Per esempio per il volo da Berlino a Dubai non ha specificato la presenza di uno scalo a Istanbul in cui sarebbe stato necessario ritirare e riconsegnare i bagagli.
L’ipotesi più realistica, allo stato attuale, è che i pianificatori di viaggio basati sull’intelligenza artificiale continueranno a essere utilizzati in una modalità “ibrida”: per trovare spunti e idee, ma che poi richiedono comunque una valutazione umana. Prendere invece anche le decisioni per conto degli umani porrebbe tra l’altro tutta una serie di questioni di responsabilità ancora irrisolte, ha scritto lo Zeit. Non è chiaro cosa succederebbe dal punto di vista legale, per esempio, se un’AI prenotasse un volo che viene poi cancellato, e l’hotel prenotato richiedesse comunque il pagamento. «Un’intelligenza artificiale che effettua ricerche sui singoli componenti di una vacanza e li coordina non è ancora un fornitore di pacchetti turistici responsabile dell’intero pacchetto».



