I due cittadini italiani detenuti ad “Alligator Alcatraz” sono stati trasferiti in un’altra struttura degli Stati Uniti

Una macchina della polizia all'ingresso del centro di detenzione "Alligator Alcatraz", in Florida, il 22 luglio
Una macchina della polizia all'ingresso del centro di detenzione "Alligator Alcatraz", in Florida, il 22 luglio (EPA/CRISTOBAL HERRERA-ULASHKEVICH)

I due cittadini italiani che erano detenuti da inizio luglio nel centro per immigrati irregolari noto come “Alligator Alcatraz”, in Florida, sono stati trasferiti in un’altra struttura dell’ICE (l’agenzia federale dell’immigrazione) a Miami. Lo ha confermato il ministero degli Esteri italiano. Uno è l’italo-argentino Fernando Eduardo Artese, che arrivò negli Stati Uniti dieci anni fa con un visto di 90 giorni, l’altro è il siciliano Gaetano Cateno Mirabella Costa. Entrambi devono essere espulsi, ma non si sa con che tempi: nel caso di Mirabella Costa è necessario il permesso di un giudice, perché prima di essere portato ad Alligator Alcatraz era stato arrestato e condannato per aggressione e detenzione di stupefacenti.

Fin dalla sua apertura si è parlato di Alligator Alcatraz per la mancanza di servizi e per le dure condizioni di carcerazione, che si adattano alla spettacolarizzazione del contrasto all’immigrazione del governo di Donald Trump: si trova nella regione paludosa delle Everglades, popolata da molti alligatori (da qui il nome), e può ospitare tremila persone detenute in attesa di essere espulse, che vivono per la maggior parte del tempo dentro grandi gabbie da 32 posti letto.

– Leggi anche: Le condizioni nel carcere di “Alligator Alcatraz”