La nuova puntata di “South Park” non piacerà a Donald Trump
La nuova stagione inizia prendendo in giro in modo molto esplicito le – ehm – insicurezze del presidente

Il primo episodio della 27esima stagione di South Park, andato in onda mercoledì su Comedy Central, sta ricevendo grandi attenzioni perché ha preso in giro in maniera plateale e molto diretta il presidente statunitense Donald Trump e Paramount, la società che distribuisce la serie animata in tutto il mondo e che nelle ultime settimane è stata fortemente criticata per l’annunciata cancellazione del “Late Show” di Stephen Colbert, storico programma della CBS (emittente controllata dal gruppo), noto anche per la sua linea editoriale esplicitamente critica nei confronti di Trump.
Trump non è stato rappresentato con il consueto stile grafico semplificato della serie, ma con il suo volto realistico, ritagliato da immagini fotografiche: una scelta che ne accentua l’effetto grottesco e che lo distingue nettamente dagli altri personaggi. Tra i momenti più commentati c’è quello in cui Trump passeggia nel deserto mentre una voce fuori campo fa: «His penis is teeny-tiny, but his love for us is large» (Trump: il suo pene è minuscolo, ma il suo amore per noi è immenso).
Una parte significativa della puntata è incentrata proprio sulla rappresentazione esasperata delle insicurezze di Trump riguardo alle dimensioni del suo pene, e culmina in una scena in cui il presidente finisce a letto con Satana, che commenta la situazione con una certa delusione e citando esplicitamente i rapporti tra il presidente e il finanziere multimiliardario Jeffrey Epstein, arrestato nel 2019 con l’accusa di aver sfruttato sessualmente decine di minorenni e morto suicida in carcere alcune settimane dopo.
La figura del finanziere, peraltro, è al centro del cosiddetto “caso Epstein”, che sta provocando grossi problemi a Trump, dato che i suoi sostenitori più fedeli ed estremisti chiedono da tempo la diffusione dei documenti e stanno mostrando una certa frustrazione per l’atteggiamento ondivago di Trump, che con Epstein ha avuto legami di vecchia data. Per anni nella destra americana sono circolate teorie secondo cui Epstein sarebbe stato l’organizzatore di un gruppo di pedofili composto da politici importanti, attori famosi e ricchi imprenditori, protetti dal proprio potere e dalla propria ricchezza. In campagna elettorale Trump aveva promesso la pubblicazione degli “Epstein files”, che secondo queste teorie dimostrerebbero tutto: una volta al governo però la sua amministrazione ha dovuto ammettere che non c’era poi granché da rivelare.
La presa in giro di South Park è stata così esagerata che alcuni hanno ipotizzato una possibile causa legale da parte di Trump contro Trey Parker e Matt Stone, i creatori della serie. Nelle ultime settimane Paramount aveva rimandato la messa in onda della stagione per via di problemi legati alla definizione dell’accordo di fusione con Skydance, un’altra importante multinazionale dell’intrattenimento.
Peraltro, Paramount ha da poco raggiunto un accordo economico da 16 milioni di dollari con Trump, che le aveva fatto causa sostenendo che 60 Minutes, storica trasmissione di inchieste e interviste giornalistiche, avesse modificato un’intervista con Kamala Harris per favorirla nel corso della campagna elettorale per le presidenziali dello scorso anno. L’accordo ha suscitato grande indignazione ed era stato criticato dallo stesso Colbert, che lo aveva definito una «grande e grossa tangente», implicando che Paramount avesse pagato per non avere problemi con l’acquisizione di Skydance, che deve ricevere ancora l’assenso da parte del governo.
Nel corso della puntata, gli attacchi a Paramount sono stati molto espliciti, così come i riferimenti al licenziamento di Colbert. In una scena, il preside della scuola invita in classe Gesù Cristo — un personaggio ricorrente in South Park — che dice: «Non volevo tornare a scuola, ma ho dovuto farlo a causa di una causa legale e dell’accordo (…). Avete visto cos’è successo alla CBS! Volete davvero fare la fine di Colbert?».
Non è la prima volta che South Park prende in giro Trump, che è uno dei suoi bersagli più noti. Per esempio, in una puntata del 2015, quando annunciò di volersi candidare alle elezioni presidenziali, il suo alter ego animato veniva ucciso in modo brutale da Mr. Garrison, l’insegnante della serie.
Anche il fatto che una puntata di South Park parli di argomenti molto caldi e attuali non è particolarmente sorprendente. A partire dagli anni Duemila, Parker e Stone hanno infatti adottato una strategia di produzione tutta loro, chiamata 6 Days to Air, che in sostanza consiste nello scrivere e animare ogni puntata nel giro di una settimana per farsi ispirare dall’attualità e dai casi di cronaca più recenti.
– Leggi anche: Cosa si sa dei rapporti tra Donald Trump e Jeffrey Epstein



