Le accuse contro Matteo Ricci, candidato del PD nelle Marche
Secondo la procura quando era sindaco di Pesaro avrebbe fatto parte di un sistema di affidamenti illeciti

Matteo Ricci, parlamentare europeo del Partito Democratico e candidato a presidente della regione Marche alle prossime elezioni, è indagato dalla procura di Pesaro nell’inchiesta che i giornali hanno chiamato “Affidopoli”: è accusato di aver favorito, insieme ad altri e quando era sindaco di Pesaro, alcune associazioni affidando loro incarichi in modo diretto, senza cioè un bando pubblico di gara, e ricevendo in cambio appoggio politico. Le accuse le ha raccontate lo stesso Ricci in un video. Insieme a lui sono indagate altre 23 persone.
La vicenda giudiziaria è iniziata dopo un’inchiesta giornalistica portata avanti dal luglio del 2024 dal quotidiano Il Resto del Carlino. Secondo la ricostruzione dei magistrati tra il 2019 e il 2024 era attivo in comune un sistema per affidare vari lavori pubblici sempre agli stessi soggetti, in particolare a due associazioni culturali di Pesaro: Opera Maestra e Stella Polare. Il valore complessivo di questi affidamenti diretti sarebbe stato pari a circa 600mila euro. Gli affidamenti riguardavano la realizzazione di varie opere e interventi tra cui un murale dedicato a Liliana Segre, l’installazione di un casco gigante in onore di Valentino Rossi, la manutenzione di aree verdi e l’organizzazione di eventi culturali.
Secondo l’accusa al centro di questo sistema oltre a Ricci ci sarebbero anche Stefano Esposto, presidente delle due associazioni in questione, e Massimiliano Santini, ex consigliere comunale. Tramite la mediazione dell’ex capo di gabinetto di Ricci, Franco Arceci (anche lui indagato), Santini sarebbe stato messo in contatto con una serie di imprenditori disposti a sponsorizzare eventi del comune, indirizzando poi il denaro che proveniva da loro, oltre che dalle casse del comune, verso le due associazioni presiedute da Esposto. In cambio Santini avrebbe ricevuto denaro e benefici personali per oltre 100mila euro.
Il Resto del Carlino fa l’esempio del Palio di Pesaro, un evento patrocinato dal comune il cui marchio era stato registrato a nome di Santini nel settembre del 2022. Per il suo utilizzo Opera Maestra avrebbe versato a Santini 45mila euro nel 2023, l’anno in cui il comune, proprio per realizzare l’evento, aveva stanziato a Opera Maestra 50mila euro: il 90 per cento del contributo sarebbe insomma “tornato” a Santini.
A differenza di Santini, Ricci è accusato di aver promosso e sostenuto questo sistema, ma non in cambio di soldi, bensì di «consenso politico». Il Resto del Carlino scrive che il reato ipotizzato per Ricci è concorso in corruzione.
Negli ultimi mesi i pubblici ministeri Maria Letizia Fucci e Ernesto Napolillo hanno ordinato diverse perquisizioni in uffici e case, e sequestri di computer e cellulari. Hanno poi acquisito documenti, delibere di giunta e verbali di commissione. Dalle indagini risulta che decine di provvedimenti amministrativi sulla spesa per stanziare quei 600mila euro non corrisponderebbero al vero. In alcuni casi, scrive Il Resto del Carlino, «sarebbero state attestate circostanze non corrispondenti al vero per agevolare l’assegnazione degli incarichi». In altri, si sarebbero simulati affidamenti a quelle due associazioni culturali che, sempre secondo Il Resto del Carlino, non avevano però i requisiti richiesti.
La determina numero 1534 del 17 agosto del 2020 assegnava ad esempio a Opera Maestra 20mila euro per realizzare lavori idraulici in un immobile di proprietà del comune in via Nanterre. Secondo le indagini però in via Nanterre non c’era alcun problema idraulico e i fondi servirono in realtà a realizzare un murale dedicato a Liliana Segre, contabilizzato poi come «manutenzione idrica».
Nell’inchiesta sono coinvolti anche alcuni dirigenti degli enti partecipati dal comune, che sarebbero stati utilizzati per aggirare le procedure di assegnazione tramite bando e affidare gli incarichi sempre agli stessi beneficiari.
Nel video in cui ha dato la notizia, Ricci dice di aver ricevuto l’avviso di garanzia e si dichiara «estraneo alle accuse»: «Gli stessi magistrati dicono che non ho ricevuto utilità patrimoniale, ma avrei avuto un consenso politico attraverso murales e feste. Non conoscevo queste associazioni, non ci ho mai avuto a che fare direttamente». Ricci ha anche precisato di non essersi «mai occupato di affidamenti pubblici» e di essersi «sempre affidato» ai suoi collaboratori: «Se eventualmente qualcuno ha sbagliato, sono parte lesa».
Nelle Marche si voterà per eleggere un nuovo presidente di regione domenica 28 e lunedì 29 settembre. I candidati sono per ora cinque: oltre al presidente uscente di centrodestra Francesco Acquaroli, Ricci è candidato alla guida di una coalizione che comprende il PD il Movimento 5 Stelle. L’anno scorso Ricci era stato eletto europarlamentare dopo aver concluso nel 2024 i dieci anni di mandato da sindaco di Pesaro, e dopo essere stato anche vicepresidente del PD, tra dicembre 2013 e maggio 2017, nel periodo in cui il segretario del partito era Matteo Renzi.



