La Columbia University ha espulso o sospeso decine di studenti per aver partecipato a una manifestazione pro Palestina

Studenti durante la manifestazione del 7 maggio alla Columbia University (Simon Feisthauer Fournet/ZUMA Press Wire/ZUMA Wire/ANSA)
Studenti durante la manifestazione del 7 maggio alla Columbia University (Simon Feisthauer Fournet/ZUMA Press Wire/ZUMA Wire/ANSA)

La Columbia University di New York ha annunciato provvedimenti disciplinari nei confronti di decine di studenti che a maggio avevano partecipato a un’occupazione e a una manifestazione a sostegno della popolazione palestinese nella biblioteca principale dell’università, la Butler Library. Un collettivo studentesco ha fatto sapere che gli studenti coinvolti sono quasi 80, a cui è stata comunicata la sospensione da uno a tre anni o l’espulsione dall’università.

I provvedimenti sono stati annunciati mentre l’università sta negoziando con l’amministrazione del presidente Donald Trump il ripristino di 400 milioni di dollari di finanziamenti pubblici che erano stati bloccati per come la Columbia aveva gestito le proteste studentesche contro l’invasione di Israele nella Striscia di Gaza, nella primavera del 2024. Trump accusa l’università di non aver fatto abbastanza per evitare e fermare quelli che ha definito atti di «violenza antisemita» avvenuti durante le proteste.

Lo scorso marzo la Columbia ha ceduto alle richieste dell’amministrazione Trump sulle manifestazioni pro Palestina, annunciando nuove regole che tra le altre cose riducono la possibilità degli studenti di protestare, vietano ai manifestanti di usare le mascherine per proteggere la propria identità e consentono l’ingresso nel campus di agenti di polizia con il potere di arrestare gli studenti. L’università ha anche promesso una riforma del proprio dipartimento di studi mediorientali.