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  • Martedì 22 luglio 2025

C’è una grossa novità in un famoso caso di un bambino scomparso negli Stati Uniti

La confessione dell'uomo condannato per aver rapito e ucciso Etan Patz nel 1979 è messa in dubbio da anni: ci sarà un nuovo processo

Un ritaglio di giornale con la foto di Etan Patz appeso assieme a dei fiori in suo ricordo vicino alla casa dove abitava, a New York, nel 2012 (AP Photo/Mark Lennihan)
Un ritaglio di giornale con la foto di Etan Patz appeso assieme a dei fiori in suo ricordo vicino alla casa dove abitava, a New York, nel 2012 (AP Photo/Mark Lennihan)
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Un tribunale d’appello statunitense ha ordinato di svolgere un nuovo processo contro Pedro Hernandez, l’uomo condannato nel 2017 per aver rapito e ucciso nel 1979 Etan Patz, un bambino di sette anni. In caso non venga istituito un nuovo processo, Hernandez dovrà essere liberato.

La scomparsa di Patz, rimasta insoluta per anni, attirò moltissima attenzione negli Stati Uniti e cambiò l’atteggiamento di moltissimi genitori rispetto a lasciare andare in giro liberamente i figli. Fra le altre cose, Patz fu una delle prime persone scomparse ad avere la sua fotografia stampata sui cartoni del latte, quella che oggi è divenuta una prassi frequente in occasione di sparizioni. Il giorno del suo rapimento è diventato il “Giorno nazionale dei bambini scomparsi”, proclamato per la prima volta nel 1983 dal presidente Ronald Reagan.

Etan Patz scomparve il 25 maggio del 1979 nel quartiere di Soho, a Manhattan, New York, dove abitava con i genitori. Quella mattina uscì di casa per raggiungere la vicina fermata dello scuolabus, ma non ci arrivò mai. Le indagini sulla sua scomparsa andarono avanti per anni, senza che il bambino venisse trovato. Nel 2001 Patz venne dichiarato presumibilmente morto.

Il caso venne riaperto nel maggio del 2012 quando Hernandez, che all’epoca aveva 51 anni e viveva a Maple Shade, nel New Jersey, venne arrestato dopo aver confessato l’omicidio del bambino al suo gruppo di preghiera. Dopo sei ore di interrogatorio confessò l’omicidio a tre detective della polizia di New York, dicendo di aver strangolato il bambino nel retro del minimarket dove lavorava come commesso, e dove Patz era entrato a comprare una bibita. Ma il corpo non venne mai trovato, né ci fu mai alcuna prova che confermasse la versione. Il video della sua confessione è l’unica prova dell’omicidio.

La sua confessione fu da subito molto criticata perché la polizia inizialmente interrogò Hernandez senza avergli comunicato i suoi diritti e senza registrare la conversazione. Lo avrebbe fatto solo in un secondo momento, con l’avviso che negli Stati Uniti si chiama Miranda warning. In seguito a questa comunicazione Hernandez confessò di nuovo l’omicidio alla polizia, ma secondo i suoi avvocati i poliziotti avrebbero estorto la confessione all’uomo, che ha problemi di salute mentale.

Un primo processo nel 2015 finì senza un verdetto, perché uno dei giurati dissentì da tutti gli altri. Un secondo processo si chiuse invece con la condanna di Hernandez. Durante il secondo processo la giuria chiese al giudice se, nel caso in cui si fosse scoperto che la prima confessione di Hernandez senza il Miranda warning non fosse stata volontaria, le confessioni successive avrebbero dovuto essere ignorate. Il giudice rispose alla giuria di no. Sette giorni dopo, la giuria condannò Hernandez per omicidio e rapimento.

Hernandez impugnò la decisione, dicendo che le istruzioni date dal giudice alla giuria erano in contrasto con un caso precedente secondo cui era incostituzionale per la polizia ottenere una confessione senza comunicare prima il Miranda warning e chiedere al sospettato di ripetere la confessione. Lunedì un tribunale federale d’appello di New York ha accolto il reclamo di Hernandez e stabilito che nel secondo processo la giuria ricevette dal giudice delle indicazioni che influenzarono ingiustamente il verdetto.