In Puglia è un’estate di incendi

Nell'ultimo mese sono stati quasi mille, con un aumento di circa il 20 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno

Incendio vicino a Vieste, 26 luglio 2023 (NSA/ FRANCO CAUTILLO)
Incendio vicino a Vieste, 26 luglio 2023 (NSA/ FRANCO CAUTILLO)
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Nell’ultimo mese in Puglia, dal 15 giugno al 15 luglio, ci sono stati 979 incendi, con un aumento di circa il 20 per cento rispetto allo stesso periodo nel 2024 e una media di 33 incendi al giorno. Il sospetto è che parte di questi incendi, favoriti dal caldo e dalla siccità, sia di natura dolosa. Le procure hanno aperto diverse indagini. Nel frattempo alcuni sindacati dei vigili del fuoco hanno denunciato una carenza di personale in tutta la regione e la chiusura dei distaccamenti sul territorio, che comportano ritardi negli interventi e gravi difficoltà nel gestire le emergenze.

Secondo i dati della Protezione Civile regionale le province più colpite per numero di incendi sono state finora Lecce (317 incendi), Foggia (152), Taranto (127), Bari (80), la provincia di Barletta Andria Trani (56) e infine Brindisi (35). In tutta la regione, secondo le stime di Coldiretti Puglia, dal primo giugno al 12 luglio sono bruciati 2.829 ettari, che sono però aumentati con gli episodi degli ultimi giorni. La zona di Foggia è la più colpita in assoluto per numero di ettari bruciati, pari a 1.609.

Oltre che la distruzione del territorio, gli incendi hanno causato chiusura di strade, evacuazione di spiagge e case o sospensione di linee ferroviarie, a seconda dei casi.

Uno degli episodi più gravi si è verificato lo scorso fine settimana all’interno dell’oasi Lago Salso, la riserva naturalistica che si trova alla periferia di Manfredonia dove, sia nei mesi invernali che in quelli estivi, si trovano moltissime specie di uccelli come cicogne e fenicotteri. Iniziato venerdì pomeriggio da un canneto, l’incendio si è esteso all’interno dell’oasi distruggendo oltre 800 ettari di vegetazione.

Il presidente provinciale del WWF Maurizio Marrese ha detto che «sono stati bruciati tutti i nidi degli uccelli che nidificano nell’oasi» e che «sicuramente saranno morti tantissimi animali: basti pensare alle tante testuggini palustri o alle lontre che quasi sicuramente non avranno trovato vie di fuga». Il WWF ha anche chiesto al ministero dell’Ambiente di avviare un’indagine sulla gestione e sulla prevenzione antincendio dell’area, che da ormai sei anni è sotto la responsabilità del Parco del Gargano tramite una società in liquidazione dal 2019.

Tra gli incendi più disastrosi ci sono poi stati quelli di Baia Orte a Otranto e di Chieuti, in provincia di Foggia. Nel primo caso, il 9 luglio, l’incendio ha bruciato centinaia di ettari di un’area naturalistica mettendo a rischio anche abitazioni e allevamenti di bestiame. Qualche giorno prima a bruciare erano stati 158 ettari di pineta e macchia mediterranea a Marina di Chieuti.

Maurizio Bruno, consigliere regionale e presidente del comitato regionale di Protezione civile, ha detto che «non si tratta di un’emergenza passeggera, ma nemmeno di una sorpresa». Ha spiegato che nelle ultime settimane il caldo estremo, il vento di libeccio e la vegetazione secca «hanno reso ogni zona, anche la più insospettabile, un potenziale focolaio» aggiungendo che «i cambiamenti climatici stanno aggravando il rischio incendi», ma che in alcuni casi «c’è anche la mano dell’uomo».

A sua volta Coldiretti, la principale associazione di categoria che rappresenta gli agricoltori italiani, ha ricordato che la Puglia è ai primi posti della classifica nazionale dei reati ambientali a causa dello sversamento nelle campagne di rifiuti di ogni genere, che in alcuni casi provengono da regioni vicine: vengono sversati «non soltanto da gruppi criminali, ma anche da residenti», e vengono poi bruciati «con un danno economico e ambientale incalcolabile».

Uno dei problemi maggiori per la Puglia è infine la scarsa reattività degli interventi quando scoppia un incendio: «Non possiamo combattere questi incendi con le nostre poche unità», ha detto ad esempio Gianfranco Urbano, segretario provinciale Uil dei vigili del fuoco. Secondo il sindacalista manca personale in tutta la regione, un’ottantina di persone solo in provincia di Foggia: «Una carenza che costringe l’amministrazione a chiudere i distaccamenti. Questo vuol dire arrivare tardi sugli interventi e sottoporre tutto il personale a turni massacranti per gestire le emergenze. Noi siamo al servizio della popolazione ma devono darci la possibilità di operare».