Trump ha imposto dazi pure sui pomodori messicani, dopo 29 anni
Erano stati chiesti da un tribunale nel 1996 ma poi sempre rimandati grazie a un accordo sui prezzi: da lunedì sono al 17 per cento

A partire dal 14 luglio gli Stati Uniti hanno imposto dazi del 17 per cento sui pomodori provenienti dal Messico. È uno dei molti dazi imposti, minacciati o sospesi dal presidente Donald Trump, ma è notevole soprattutto perché era da quasi trent’anni che gli Stati Uniti avrebbero dovuto tassare le importazioni di pomodori messicani, senza poi farlo davvero.
Due terzi dei pomodori consumati negli Stati Uniti arrivano dal Messico, e nel 2023 il valore delle loro importazioni era di 2,8 miliardi di dollari. Da decenni è in vigore un accordo per evitare che il prezzo di vendita scenda troppo, ma l’amministrazione Trump sostiene che questo non sia rispettato e che i pomodori messicani vengano venduti negli Stati Uniti a prezzi artificialmente bassi, violando le regole del commercio internazionale e mettendo in difficoltà gli agricoltori statunitensi. Aumentando il loro prezzo con i dazi il governo vuole rendere più competitivi i pomodori statunitensi, rimuovendo i vantaggi di quelli messicani.
La questione arrivò in un tribunale commerciale degli Stati Uniti già quasi 30 anni fa. Nel 1996 i rappresentanti dell’industria dei pomodori statunitense accusarono le loro controparti messicane di vendere i pomodori negli Stati Uniti a prezzi troppo bassi, facendo quindi concorrenza sleale ai coltivatori del paese: è quello che nel gergo commerciale si chiama dumping. Il tribunale diede ragione agli statunitensi, e ordinò di imporre dei dazi per togliere il vantaggio illecito dei pomodori messicani.
Quei dazi però non sono mai entrati in vigore. Gli agricoltori del Messico infatti proposero di risolvere la questione con un accordo con il dipartimento del Commercio statunitense: gli esportatori di pomodori messicani si impegnarono a non vendere i loro pomodori a prezzi inferiori a quelli di riferimento stabiliti di volta in volta dalle parti. Quell’accordo, entrato in vigore nel 1996, è stato rinnovato quattro volte: nel 2002, 2008, 2013 e infine nel 2019, quindi durante il primo mandato di Donald Trump. Fino a poco tempo fa erano in corso le trattative per rinnovarlo di nuovo.
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Negli Stati Uniti gran parte della produzione di pomodori è concentrata in Florida e in altre zone del sud-est: vengono colti ancora verdi e poi fatti maturare negli impianti di lavorazione tramite l’etilene, un gas prodotto anche naturalmente dalle piante che induce i processi di maturazione. In Messico invece sono tipicamente coltivati in serra e colti maturi dai rami.



