Ancora palestinesi uccisi in coda per prendere cibo e acqua nella Striscia di Gaza
L'ultimo attacco israeliano è avvenuto con un drone e ha ucciso 10 persone, tra cui 6 bambini

Domenica 10 persone palestinesi, fra cui 6 bambini, sono state uccise mentre erano in coda per riempire alcune taniche d’acqua a Nuseirat, nella zona centrale della Striscia di Gaza, e altre 17 sono state ferite. I testimoni hanno detto di aver visto un drone israeliano lanciare un missile sulla zona. L’esercito israeliano ha in pratica confermato questa versione, pur non specificando il numero di persone coinvolte: ha sostenuto che ci sarebbe stato un problema tecnico per cui un missile ha colpito la zona dove si trovavano le persone in coda per l’acqua, mentre l’obiettivo sarebbe stato invece un miliziano che si trovava a qualche decina di metri di distanza.
Israele compie stragi di civili quasi quotidianamente nella Striscia di Gaza, ma è molto insolito che ammetta ufficialmente di averlo fatto.
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Anche nei giorni precedenti c’erano state stragi di palestinesi da parte dei soldati e dell’esercito israeliano. La Croce Rossa Internazionale sabato ha detto che il suo ospedale da campo a Rafah, la città più a sud della Striscia, ha trattato più feriti nelle ultime sei settimane che nei precedenti 12 mesi. Da quando a marzo violò il cessate il fuoco concordato con Hamas a gennaio, l’esercito israeliano ha ripreso gli attacchi nella Striscia con ancora più forza, intensificando le operazioni e occupando gran parte del territorio.
Sempre domenica altre 19 persone sono state uccise in tre diversi attacchi su altrettanti edifici residenziali, secondo la protezione civile della Striscia. Sabato l’ospedale Nasser di Khan Yunis, nel sud della Striscia, ha detto che 24 persone erano state uccise vicino a un centro di distribuzione del cibo della Gaza Humanitarian Foundation (GHF), l’organizzazione creata da Israele per controllare la distribuzione del cibo della Striscia.
A dispetto del nome, la GHF non ha obiettivi umanitari ma segue quelli bellici di Israele, fra cui usare la fame come arma contro la popolazione palestinese. Ha solo quattro punti di distribuzione, di cui nessuno nella parte nord, da cui Israele vuole espellere tutti i palestinesi. Attorno a questi centri inoltre in moltissimi casi i soldati israeliani hanno sparato sulla folla: l’esercito dice solitamente che vengono sparati colpi di avvertimento per disperdere le persone, in pratica secondo molti testimoni gli spari sono diretti contro la gente in coda, che si assembra già ore prima perché il cibo distribuito ogni giorno è limitato.
Venerdì l’ONU ha detto che nelle ultime sei settimane, cioè da quando sono iniziate le operazioni della GHF, ha registrato l’uccisione di 798 persone attorno ai punti in cui venivano distribuiti cibo e altri beni essenziali. Di queste 615 sono avvenute vicino ai centri della GHF, e 183 lungo le vie percorse dai convogli che trasportano i beni essenziali. Prima dell’invasione israeliana le organizzazioni che distribuivano cibo erano oltre duecento, ma da quando è attiva la GHF quelle rimaste riescono a fare entrare nella Striscia e a far arrivare nelle proprie cucine comunitarie quantità molto limitate di cibo, dato che Israele vuole tagliarle fuori dalla distribuzione di beni essenziali nel territorio.
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