Negli Stati Uniti una giudice ha limitato i poteri dell’ICE di fare arresti a Los Angeles

Una giudice statunitense ha emesso un ordine che impedisce all’agenzia federale che si occupa del controllo delle frontiere e dell’immigrazione (ICE) di arrestare nella zona di Los Angeles le persone sospettate di essere immigrate nel paese illegalmente solo sulla base della loro etnia, lingua o professione. La giudice ha ordinato anche di smettere di impedire alle persone arrestate di vedere un avvocato. Le pratiche dell’ICE sono da tempo criticate dagli attivisti per i diritti dei migranti, e negli ultimi mesi hanno suscitato proteste in tutto il paese, e soprattutto a Los Angeles e nel resto della California, per via dei loro modi violenti, spregiudicati e in molti casi considerati illegali.
Il provvedimento della giudice è un’ordinanza restrittiva temporanea contro il governo, stabilita mentre è in corso l’esame su un caso più ampio presentato da un gruppo di immigrati e cittadini statunitensi arrestati in California. Da quando Donald Trump è tornato al potere, promettendo di espellere milioni di immigrati dagli Stati Uniti, l’ICE ha iniziato a fare grandi operazioni nelle aziende dei settori dove lavorano più immigrati (e a Los Angeles ce ne sono molte) e anche ad arrestare per strada persone sospettate di trovarsi nel paese illegalmente, o di non avere i documenti necessari per rimanerci. Spesso questi arresti vengono fatti da agenti in borghese e a volto coperto che rifiutano di identificarsi.
Il quadro legale in cui questo avviene è complicato, perché dato che l’ICE non è un normale corpo di polizia non obbedisce alle stesse regole delle altre forze di polizia. Per esempio gli agenti dell’ICE non hanno bisogno di un mandato di un giudice per le loro operazioni, ma di un mandato emesso dall’agenzia stessa. Inoltre tutte le forze dell’ordine negli Stati Uniti possono detenere temporaneamente qualcuno senza accuse ufficiali anche solo sulla base di un sospetto soggettivo di un agente, legato per esempio all’etnia di qualcuno (quella che legalmente si chiama una “causa ragionevole”). In molti casi però chi viene fermato in questo modo finisce per essere espulso dal paese. È questa la pratica che la giudice vuole limitare.


