Cosa sappiamo della morte di un diciassettenne in spiaggia a Montalto di Castro
Stava scavando un tunnel in una buca profonda un metro e mezzo, e la sabbia ha ceduto intrappolandolo

Giovedì pomeriggio a Montalto di Castro, una località balneare in provincia di Viterbo, nel Lazio, è morto un ragazzo di diciassette anni. Secondo il racconto dei testimoni che erano lì il ragazzo stava scavando una buca in spiaggia. La buca era profonda un metro e mezzo, mentre lui era alto circa un metro e settantacinque. La sindaca di Montalto di Castro, Emanuela Socciarelli, ha detto che dopo aver scavato la buca il ragazzo avrebbe voluto scavare un tunnel con cui risalire in superficie, ma la sabbia ha ceduto e lo ha sotterrato.
Il ragazzo si trovava lì con la famiglia: suo padre, sua madre, la sorella e due fratelli. Lui era il più grande dei quattro figli della coppia. Alloggiavano al camping Gitavillage California e venivano da Roma.
Mentre il ragazzo scavava la buca, suo padre era a due o tre metri di distanza; i fratelli invece erano andati a giocare da un’altra parte. Il padre ha raccontato al Corriere della Sera che al momento del cedimento non ha sentito nessun rumore, nessun urlo, quindi è stato impossibile accorgersene. La buca si è sostanzialmente richiusa su se stessa, rendendo complicato anche individuarla. Secondo il racconto di chi era lì ci si poteva persino camminare sopra. Ci sono voluti circa quaranta minuti prima che venisse trovato il corpo del ragazzo: inizialmente i genitori pensavano che si fosse semplicemente perso, e lo avevano cercato tra la spiaggia e il camping.
La sabbia compattata è pesante, può soffocare facilmente, e se una buca abbastanza profonda cede è molto difficile tirarsene fuori. La sabbia di Montalto di Castro, scura e ferrosa, è anche più pesante della sabbia più comune, quella chiara.
Le morti provocate dalle buche nella sabbia non sono così rare: nel 2024 ci fu un caso simile a quello di Montalto di Castro in Florida, negli Stati Uniti, quando morì una bambina di 7 anni. Di quel caso si occupò il professore esperto di spiagge e costa Stephen P. Leatherman, e poi ne scrisse su The Conversation. Leatherman spiegò che bisogna stare attenti a mantenere la sabbia bagnata mentre si scava una buca per gioco, perché la rende più stabile, e che quando si rimane seppelliti dalla sabbia è praticamente impossibile respirare, perché i granelli tendono a riempire ogni spazio vuoto. E a differenza di quando si rimane seppelliti da una valanga, è impossibile crearsi una bolla d’aria con le mani, come si riesce a fare con la neve che è più leggera.



