Storia di una borsa da 7 milioni
La borsa di Hermès di Jane Birkin, appena venduta all'asta, fu disegnata su un sacchetto per il vomito in un volo aereo

In breve:
- La prima borsa Birkin creata da Hermès nel 1984 per Jane Birkin è stata venduta all’asta per 8,6 milioni di euro: è la borsa più costosa mai venduta, superando di molto il precedente record di 513mila dollari.
- È diversa dalle Birkin attuali perché ha dettagli unici mai replicati: tracolla non regolabile né staccabile, il tagliaunghie di Jane Birkin appeso dentro, le sue iniziali impresse davanti, e dimensioni mai replicate esattamente.
- Jane Birkin la usò per dieci anni riempiendola di cose, adesivi e braccialetti, poi la vendette nel 1994 a un’asta per l’AIDS: il modo in cui trattava questa borsa dal valore altissimo fu molto discusso.
Giovedì la prima borsa Birkin creata dall’azienda di moda francese Hermès nel 1985 per l’attrice e cantante francese Jane Birkin, dalla quale prende il nome, è stata venduta all’asta per 7 milioni di euro (che diventano 8,6 con l’aggiunta di tasse e commissioni). È una cifra che supera di molto il prezzo più alto che era stato pagato finora all’asta per una borsa: 513mila dollari per una Kelly “White Himalayan” in coccodrillo e diamanti, sempre di Hermès.
La borsa ha raggiunto un prezzo così alto perché Jane Birkin, morta nel 2023, fu un’attrice, modella e cantante famosissima negli anni Settanta e Ottanta; ma anche perché è la prima versione di quella che oggi è considerata la borsa più famosa, costosa e desiderata al mondo.
Ogni Birkin è fatta a mano da artigiani e per realizzarla ci vogliono diverse settimane. Oltre a disporre di svariate migliaia di euro, per comprarne una nuova non basta andare in un negozio Hermès o ordinarla su internet. Bisogna farsi mettere in lista d’attesa, che dura anche mesi o anni. Ma per essere messi in lista d’attesa bisogna dimostrare di essere un “sostenitore” di Hermès, e di aver comprato molte altre cose del marchio come profumi, foulard e scarpe. Questa modalità di vendita ha portato queste borse a uno status di esclusività e lusso impareggiabili, ma anche parecchie critiche all’azienda, contro la quale alcuni clienti avevano organizzato una class action un anno fa, vincendo la causa.

La borsa Birkin originale (Foto di Edward Berthelot/Getty Images)
La borsa che è andata all’asta, creata quarant’anni fa, è diversa dalle Birkin che si possono comprare oggi perché ha dei dettagli unici che non sono mai stati replicati tutti insieme nei modelli successivi: quelle in vendita attualmente non ne hanno nessuno. La Birkin originale ha una tracolla che non si può regolare né staccare, che nessun altro modello messo in commercio ha mai avuto; al suo interno c’è appeso il tagliaunghie di Jane Birkin, e sul davanti ci sono impresse le sue iniziali, proprio sotto alla chiusura metallica. La chiusura e le altre parti in metallo allora erano state fatte in ottone dorato, mentre adesso sono placcate in oro, palladio o rutenio. Anche le dimensioni della borsa non sono mai state replicate esattamente: le Birkin esistono in diverse taglie, e questa ha la profondità di una taglia 40 e l’altezza di una taglia 35, tra le più diffuse. La zip della tasca interna inoltre era prodotta da un fornitore diverso da quello attuale e i piedini in metallo sotto alla borsa erano più piccoli.

Jane Birkin con la borsa Birkin originale, nel 1996 (Foto Mike Daines/Shutterstock/Courtesy Sotheby’s)
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La borsa in generale è molto rovinata: Jane Birkin la usava quotidianamente, la riempiva di cose, ci appiccicava adesivi a sostegno di battaglie sociali e politiche come quelli di Unicef e Médecins du Monde, oltre a moltissime perline, portachiavi, braccialetti. La lasciava sempre aperta e spesso era talmente piena che uscivano ritagli di giornale, riviste e plichi di fogli e arrivava a essere così pesante che spesso la doveva tenere con due mani. Il modo in cui trattava la sua Birkin è stato abbastanza discusso, essendo una borsa dal valore economico così alto. Allo stesso tempo, proprio la noncuranza con cui la portava era considerato anche il modo corretto di indossare un accessorio di lusso: non come un oggetto di pregio da conservare e proteggere ma come una cosa da mettere tutti i giorni, utile e funzionale.
L’origine di questa borsa è stata raccontata dalla stessa Birkin in diverse interviste. L’attrice ha detto che, nel 1984, mentre si trovava con la figlia (Charlotte Gainsbourg) su un volo Air France da Parigi a Londra, una hostess le aveva offerto di passare dalla seconda alla prima classe, perché si era liberato un posto. Mentre si sedeva nel sedile libero accanto a un uomo e indossava la sua classica borsa a secchiello di vimini – anche questa copiatissima – e molte delle cose che portava con sé le erano cadute di mano. Tra queste c’era anche un’agenda di Hermès che lei aveva riempito di fogli e ritagli di giornale. Il passeggero accanto a lei le aveva detto che avrebbe dovuto comprare un’agenda con delle tasche e lei gli aveva risposto: «Che cosa posso farci, Hermès non le fa con le tasche». Lui a quel punto le aveva detto: «Sono io Hermès». Il passeggero era Jean-Louis Dumas, allora amministratore delegato dell’azienda.
Durante il viaggio discussero di borse e Birkin gli disse che, per quanto apprezzasse la Kelly (l’altro modello più famoso del marchio ispirato all’attrice Grace Kelly) la trovava troppo piccola. Gli descrisse la sua borsa ideale, che doveva essere molto più grande e capiente di una Kelly, ma più piccola di una valigia, e restare aperta. Gliel’aveva disegnata su un sacchetto di carta per il vomito: qualche mese dopo, nel 1985, le era stata consegnata e le chiesero se potevano darle il suo nome.
La borsa ebbe un successo enorme in tutto il mondo e decenni dopo Birkin disse che probabilmente sarebbe stata la cosa per la quale sarebbe stata ricordata: «Ora quando mi chiederanno per cosa sono conosciuta risponderò “per la borsa”».

Jane Birkin con una delle sue borse Birkin (Getty Images)
Nella sua vita Jane Birkin ebbe cinque borse Birkin, ma ogni volta che ne parlava specificava se si stesse riferendo all’originale o a quelle venute dopo. La prima, quella andata all’asta, la tenne per dieci anni, finché non decise di venderla a un’asta a sostegno dell’Association Solidarité Sida, una delle principali organizzazioni di beneficenza per l’AIDS in Francia, il 5 ottobre 1994. Poi la borsa fu venduta di nuovo all’asta nel 2000, e venne esposta più volte durante le mostre dedicate alla moda al Victoria and Albert Museum di Londra e al Museum of Modern Art di New York. Quest’ultima vendita si è svolta nell’ambito dell’asta di Sotheby’s Paris Fashion Icons.



