Per Damon Albarn la guerra del britpop l’hanno vinta gli Oasis

«Sono loro i vincitori, è loro il primo posto. Con tutte queste prove schiaccianti, sono felice di accettarlo e di riconoscere la sconfitta»

Liam Gallagher degli Oasis e Damon Albarn dei Blur durante una partita di calcio tra musicisti al Mile End Stadium di Londra nel maggio del 1996 (Avalon/Getty Images)
Liam Gallagher degli Oasis e Damon Albarn dei Blur durante una partita di calcio tra musicisti al Mile End Stadium di Londra nel maggio del 1996 (Avalon/Getty Images)

Dopo i primi i concerti a Cardiff, quella di venerdì sera sarà la prima data inglese della seguitissima reunion degli Oasis, la band che fu tra i simboli della musica britannica degli anni Novanta. A Manchester, nella città dove sono nati, suoneranno davanti a circa 80mila persone per cinque sere, a sedici anni dall’ultima volta. In un’intervista con il Sun in cui ha parlato principalmente delle sue cose, ha commentato l’enorme successo dell’Oasis Live ’25 Tour anche Damon Albarn, il cantante dei Blur, la band inglese che notoriamente contese agli Oasis il primato nel britpop, il rock inglese da classifica degli anni Novanta. “Blur o Oasis?” è una delle domande tipiche nelle conversazioni sulla musica di quegli anni, e tre decenni dopo Albarn dice che hanno vinto gli Oasis.

Penso che possiamo ufficialmente dire che gli Oasis hanno vinto la battaglia, la guerra, la campagna, tutto. Sono loro i vincitori, è loro il primo posto. Con tutte queste prove schiaccianti, sono felice di accettarlo e di riconoscere la sconfitta.

La “battaglia del britpop”, la rivalità tra Oasis e Blur, cominciò amichevolmente e poi si fece via via più seria, sia tra i membri delle band sia tra i rispettivi fan. Tutte e due facevano pop rock, ma con stili e approcci molto diversi: gli Oasis, di Manchester, ebbero storicamente il seguito più affezionato nella classe operaia nell’Inghilterra del nord, mentre i Blur, londinesi, erano i preferiti di chi viveva in città e nel sud.

Il 12 agosto del 1995 la rivista musicale NME mise in copertina quello che chiamò “campionato dei pesi massimi inglesi”. Entrambe le band, già famose, avevano infatti deciso di pubblicare un singolo lo stesso giorno: i Blur “Country House” e gli Oasis “Roll With It”. Nessuna delle due era tra le loro canzoni migliori, eppure l’unicità di questo evento ottenne un’attenzione mediatica enorme sia sulle riviste specializzate che in tv e ai telegiornali, dove se ne parlava negli stessi termini in cui qualche decennio prima si discuteva della rivalità tra Beatles e Rolling Stones.

Alla fine della settimana “Country House” aveva venduto 274mila copie ed era finita al primo posto della classifica dei singoli in Inghilterra, contro le 216mila di “Roll with It”, al secondo. Un mese dopo i Blur pubblicarono The Great Escape, il loro quarto disco. A ottobre invece uscì (What’s the Story) Morning Glory?, il secondo album degli Oasis e quello ancora oggi più famoso e amato. Conteneva “Wonderwall” e “Don’t Look Back in Anger”, tra le altre.

I Blur si sono riuniti diverse volte, l’ultima nel 2023, quando tornarono a suonare insieme dopo otto anni, con un lungo tour e un nono disco in studio. I concerti che fecero allo stadio Wembley di Londra furono partecipatissimi e molto commentati, ma non ricevettero attenzioni paragonabili a quelle del tour degli Oasis del 2025. «È la loro estate, e Dio li benedica», ha detto Albarn al Sun.

Albarn ha detto di essersi emozionato a suonare di nuovo con i Blur, ma che non riuscirebbe a fare così tanti concerti come quelli che hanno in programma gli Oasis, che dopo Regno Unito e Irlanda andranno in Nordamerica, e poi in Asia, Australia e Sudamerica. «Sono molto coraggiosi e spero che ne valga la pena», ha detto. «I soldi non sono tutto».

Quanto ai suoi progetti, di recente è stato in Messico per fare musica con una settantina di artisti da tutto il mondo con la sua non profit Africa Express, e continua a dedicarsi anche ai Gorillaz, l’apprezzato gruppo “virtuale” fondato assieme al fumettista Jamie Hewlett. Nell’intervista spiega anche di essere stato «incredibilmente preso a fare musica», e che quindi a breve gli toccherà condividerla con il pubblico.

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