I tentativi di sabotaggio contro il parco eolico del Mugello

Ci sono state due incursioni di protesta nei cantieri delle turbine in costruzione, a cui diversi movimenti si oppongono da tempo

Una centrale eolica nel comune di Varese Ligure al confine con la provincia di Parma (Luca Zennaro, Ansa)
Una centrale eolica nel comune di Varese Ligure al confine con la provincia di Parma (Luca Zennaro, Ansa)
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Negli ultimi giorni ci sono state due incursioni di protesta e sabotaggio nei cantieri per la realizzazione delle opere preliminari alla costruzione di un parco eolico nel Mugello, al confine tra la Toscana e l’Emilia-Romagna. L’ipotesi è che le incursioni siano partite dal gruppo “Siamo montagna”, che dal 2 al 6 luglio aveva organizzato un «campeggio di lotta» (una forma di mobilitazione) contro l’eolico nel Mugello nella località Pian dei Laghi, poco distante dall’area di cantiere. Avevano detto di voler fare «un’opposizione collettiva» al progetto e al taglio del bosco per realizzarlo.

Agsm Aim, società veneta titolare del progetto eolico, ha parlato di «circa cinquanta persone che sono entrate abusivamente nell’area di cantiere con cani al seguito, aggredendo quanti hanno incontrato e maneggiando coltelli», mentre Monia Monni, assessora all’Ambiente della regione Toscana, ha definito le azioni «atti terroristici». Secondo la questura le persone che hanno partecipato alle incursioni erano una ventina: avevano il volto coperto, hanno portato via tre motoseghe e danneggiato alcuni macchinari. Il valore del danno deve ancora essere calcolato. I carabinieri e la Digos di Firenze stanno seguendo le indagini, e con ogni probabilità la procura aprirà un’inchiesta per capire meglio cos’è successo e cercare di individuare i responsabili.

Il progetto del parco eolico era stato proposto nel 2019. Sarà costruito sul monte Giogo, alto mille metri, nel territorio dei comuni di Vicchio, Dicomano e San Godenzo, in provincia di Firenze. Prevede il posizionamento di sette turbine alte 168 metri su una superficie di 5,4 ettari, a una certa distanza dai paesi: 2,7 chilometri da Villore, una frazione del comune di Vicchio, e 4,5 chilometri da Corella, frazione di Dicomano. Secondo le previsioni le turbine produrranno ogni anno circa 80 gigawattora di energia elettrica, una quantità che consentirà di coprire il fabbisogno di 100mila persone e permetterà di evitare le emissioni di 40mila tonnellate di anidride carbonica.

Per portare l’energia prodotta dalle turbine eoliche alla rete di distribuzione è prevista anche la costruzione di un cavidotto lungo 21 chilometri. L’investimento complessivo è di 35 milioni di euro e sono previste compensazioni economiche per i comuni e gli abitanti.

Molte persone, movimenti e associazioni si erano opposte al progetto promuovendo raccolte firme, organizzando incontri e manifestazioni, presentando ricorsi al Tribunale amministrativo regionale (TAR): non sono andati a buon fine. Ci sono stati poi diversi esposti alla procura di Firenze in cui si denunciavano i danni ambientali causati dall’impianto e si chiedevano controlli per verificare che tutte le procedure fossero state seguite nel rispetto dell’ambiente. A seguito degli esposti i carabinieri forestali, coordinati dalla procura, avevano avviato accertamenti di cui non si conoscono ancora gli esiti. Nel frattempo, però, il Consiglio di Stato ha deciso che il parco si farà.

Una delle principali ragioni dell’opposizione al parco eolico è la scelta del luogo, il crinale del monte Giogo, a due chilometri dal parco nazionale delle Foreste Casentinesi. «Non possiamo distruggere la natura in nome della natura», ha detto Maurizio Gori, presidente dell’associazione Mugello in Movimento, contro l’impianto eolico. La contestazione riguarda anche la costruzione di una strada lunga 12 chilometri per allestire i cantieri e installare le turbine eoliche.

«Siamo consapevoli della necessità di creare energia alternativa, ma questa è a favore dell’ambiente solo quando non è distruttiva. Le energie alternative si possono creare sugli edifici industriali», ha detto ancora Gori. Altre associazioni ambientaliste, per esempio Legambiente, si sono invece dette favorevoli: anzi hanno più volte espresso la necessità di accelerare l’autorizzazione di progetti legati a fonti rinnovabili di energia, come le turbine eoliche.