Le prime indicazioni su come funzioneranno le targhe sui monopattini elettrici e l’“alcolock”
Le ha date il ministero dei Trasporti più di sei mesi dopo la riforma del codice della strada, ma ancora non bastano

Il ministero dei Trasporti ha pubblicato due decreti in cui spiega alcuni dettagli in più su come dovranno essere installate le targhe sui monopattini elettrici e gli “alcolock” sulle auto, due novità che erano state introdotte dalla riforma del codice della strada della strada in vigore da dicembre dello scorso anno. Da allora era rimasta molta incertezza su questi punti, proprio sulle cose concrete: come avrebbero dovuto essere le targhe dei monopattini e chi le avrebbe dovute emettere, per esempio, e i dettagli tecnici sull’installazione dell’“alcolock” sui veicoli, cioè quel dispositivo che ne sottopone l’accensione al superamento di una sorta di test alcolemico.
Il ministero ha chiarito alcuni punti che non avevano consentito la piena entrata in vigore della riforma, ma ci sono ancora un po’ di questioni in sospeso e diversi dubbi: serviranno vari chiarimenti e indicazioni (forse un ulteriore decreto ministeriale) perché le novità sulle targhe dei monopattini e sull’alcolock possano essere applicate.
Partiamo dai monopattini elettrici. Questo punto della riforma del codice della strada, molto pubblicizzato dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, stabiliva la necessità che questi avessero la targa e un’assicurazione per la responsabilità civile, la cosiddetta RC che deve avere qualsiasi veicolo a motore che circola in strada. In più stabiliva l’obbligo del casco per i conducenti, e il divieto di circolare fuori dai centri urbani: era entrata in vigore solo quest’ultima parte, perché mancavano i dettagli sul funzionamento della targa (e da questo dipendeva anche l’assicurazione).
Il nuovo decreto ministeriale stabilisce infine le caratteristiche tecniche della targa: il contrassegno sarà rettangolare, di 5 centimetri per 6, e adesivo, plastificato e non rimovibile. Andrà posizionato sull’apposito spazio sul parafango posteriore, e se non c’è sulla parte anteriore dello sterzo, tra i 20 e i 120 centimetri da terra. Le lettere saranno nere su sfondo bianco riflettente, su due righe. Sopra ci saranno anche il simbolo della Repubblica italiana e la sigla del ministero dell’Economia e delle Finanze (M.E.F.). Si occuperà della produzione l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, mentre alla distribuzione penseranno le motorizzazioni.
La targa, come nel caso dei ciclomotori, sarà legata al nome del proprietario e non al veicolo, perché anche i monopattini non hanno il numero di telaio.
Queste regole entreranno in vigore dopo 15 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale: a quel punto chi non si conformerà rischierà una multa da 100 a 400 euro. Il problema è che, come segnalato dal Corriere della Sera, manca un dettaglio che blocca ancora tutto: il costo del rilascio della targa per il proprietario. Senza questo dato al momento non si può procedere alla richiesta e alla distribuzione delle targhe.
Mercoledì il ministero ha pubblicato anche il decreto sull’alcolock, altro punto che era rimasto sospeso dall’entrata in vigore della riforma e che aveva suscitato molta curiosità. La nuova legge rende più dure le pene e le sanzioni per chi guida in stato di ebbrezza, e l’“alcolock” servirebbe proprio a coloro che vengono condannati per un tasso alcolemico rilevato superiore a 0,8 grammi per litro: a questi vengono scritti sulla patente due codici, che indicano il divieto totale di assumere alcol prima di guidare (quindi non vale più la soglia di tolleranza dello 0,5) e l’obbligo di guidare un veicolo dotato appunto di alcolock.
Il dispositivo serve per impedire l’avvio del motore dei veicoli su cui è installato se rileva nel conducente un tasso alcolemico superiore allo zero (funziona come un etilometro: bisogna soffiare in un apparecchio). Finora non c’erano però dettagli su come avrebbero funzionato i controlli, sulle caratteristiche dei dispositivi e sulla loro installazione.
Il decreto stabilisce che l’alcolock può essere installato sui veicoli «adibiti al trasporto sia di persone sia di merci», quindi anche sui camion per esempio. Prevede obblighi specifici per i produttori e soprattutto per gli installatori autorizzati, che dovranno applicare un «sigillo speciale per prevenire qualsiasi tentativo di manomissione». Il problema è che ancora non si sa chi saranno questi installatori autorizzati: il ministero ha detto che pubblicherà l’elenco su questo sito, ma ancora non è disponibile. Dunque le tempistiche su quando diventerà effettivamente operativo il decreto sono ancora incerte.
Il provvedimento dice anche che in caso di controlli il conducente con alcolock dovrà fornire i documenti con la dichiarazione di installazione e il certificato di taratura valido del dispositivo. Ha specificato anche che non servirà aggiornare il libretto di circolazione.
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